Mestizia, dolore, malinconia e ricordi vividi: un disco a metà tra il sussurro e il grido di dolore
"Prendo carta, prendo penna, metto mano alla chitarra. Scrivo amore, scrivo i sogni, metto giù le mie opinioni, metto mano alle emozioni, metto mano alla bottiglia". "Questa sera non esco" di Trevisan è un disco in prima persona, messo in chiaro dall'incipit e dal titolo della traccia d'apertura, "Il mio disco nuovo" in cui spicca quel pronome possessivo da cui si dipana una narrazione a metà tra il sussurro e il grido di dolore.
"La differenza la fa il cuore, non la taglia di reggiseno". Trevisan cerca di affondare le dita nel punto nevralgico di storie quotidiane e di costernata normalità, con un tocco di raucedine che strizza l'occhio alla tradizione folk e a quella punk-rock americana, da Dylan a Cave fino ai Rancid, omaggiati con la cover di "Olympia, Wa.". Un disco che parla d'amore – quello finito – di sogni – vecchi e nuovi – di emozioni e bottiglie dal collo più o meno lungo. Ché il passato non è un sogno, anzi. È ogni giorno rimestato nel pensiero, rimescolato assieme a nuove carte, come la tradizione cantautorale si accosta al tono da ballad leggera di "Giuliana" e a un "lalala" en passant.
"Ti scriverò canzoni che ti faranno male". Nove brani, nove pezzi di cuore sanguinanti e pochissima dolcezza. Trevisan canta il male che fa sentire lei dal letto di un altro, che è uno dei rischi dell'amore, si sa. La sua voce rancorosa si accosta perfettamente alla linea mesta e pulita della chitarra acustica, che percorre l'intero racconto fino a dominarlo, forse tappando le sue potenzialità espressive in soluzioni a volte monocorde. È ciò che si potrebbe pensare ascoltando le prime cinque tracce, seguite da una sveglia che porta il titolo di "Sono meno", virata verso sonorità più piene e ruvide: "il gioco che ho iniziato adesso si fa duro".
"Anche stasera sono tornato a casa tardi". L'esatto opposto di "sono andato a letto presto", celebre inciso di "C'era una volta in America" che riecheggia nel cerchio della testa pensando a quell'America un po' appannata a cui si rifà l'immaginario del pezzo dedicato a Tom Waits, vero guru musicale e vocale del disco.
Mestizia, dolore, malinconia e ricordi vividi: il disco di Trevisan è come guardare fuori dalla finestra in una fredda giornata di pioggia. Magari con Blue Valentine o Swordfishtrombones sul giradischi.
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La recensione Questa Sera Non Esco di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-27 09:00:00
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