Un'astratta ed enigmatica colonna sonora per il racconto di un surreale naufragio
Ci sono un clown, uno sciamano, un pirata... non è una barzelletta, come si dice in questi casi, bensì il concept alla base di “Russian Nesting Dolls”: cinque naufraghi su un'isola, di cui sappiamo solo quello che ci racconta la musica. Una narrazione che procede per frammenti e suggestioni, affidata solo a suoni che richiamano ambienti e personaggi tentando di non risultare didascalici.
Una colonna sonora ciascuno: una per il clown, un'alternanza di serenità e inquietudine in accordo con la natura ambivalente della maschera da pagliaccio, sentori di uno show in preparazione in mezzo a un paesaggio naturale un po' idilliaco un po' minaccioso; una per lo sciamano, un bordone che accompagna percussioni spiritiche verso un finale morriconiano; pulsazioni disturbate e senso di sospensione per l'enigmatico Mister X; lo Chef si muove in uno spazio desolato ma reso umano e in qualche modo scaldato dal disordine di suoni metallici come di utensili, e dalla coda post-rock; il Pirata ti sfida in mezzo a ritmi aggressivi, sfrontato e selvaggio come si addice a un fuorilegge.
Alla fine ce lo siamo immaginato, questo Lost spacetronico, non sappiamo se la sceneggiatura sia uguale o anche solo simile a quella che aveva in mente Elia Piana, però comunque aveva abbastanza senso.
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La recensione Russian Nesting Dolls di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-14 00:00:00
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