"Clip o-matic-lips" sembrerebbe un titolo curioso per un ep, ma per un appassionato di pop art, la connessione è veloce e immediata: l’opera quasi omonima di Joe Tilson, esponente della pop art britannica famoso per i suoi esperimenti e il suo stile ricco di contaminazioni. Il primo lavoro in studio dei Pelios, visto da questa prospettiva, mostra molte somiglianze con l’attitudine al mix and match delle opere di Tilson. I cinque brani che lo compongono, infatti, hanno tutti un piglio differente, variazioni di sfumature e ambientazioni che virano di volta in volta dall’indie pop inglese delicato e morbido allo shoegaze più d’atmosfera, scuro e ricco di effetti. Un insieme multiforme che inizia con "Ecstasy of the angels" d’ispirazione brit pop, con le chitarre forti e la voce pulita, per poi voltare bruscamente pagina a favore della sporca "Blonde Eyes" dove tutto è ricoperto dagli effetti e dai delay, voce inclusa. Seguono i suoni retrò di "Guilty" e l’atmosfera soft di "Here She Came" dove le chitarre, prima protagoniste, vengono ammorbidite, dilatate e ripetute in loop. Chiudono l’esperimento le chitarre acide e la voce cadenzata e rarefatta di "Motu".
"Clip o-matic-lips" è un ep con del potenziale, ma che si aggira ancora in territori non definiti, in cui lo sperimentare è ancora sinonimo ricerca di stile e personalità. Un primo passo, non sfolgorante ma che può avere un futuro.
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