Cresciuti nell’hinterland milanese e svezzati musicalmente nel suo underground (Nerd Follia, The Phonograph, Radio Days, Andy’s Donutz e LaCorte le band di provenienza), i quattro Twerks esordiscono su Long Playing.
Abbandonata la produzione lo-fi dell’Ep di debutto, in questo primo vero lavoro si affidano al mixer di Frederic Mazzei dei Leeches e presentano un prodotto rifinito e curato pur nella sua attitudine sporca, con una direzione propria e dagli intenti ben chiari.
I dieci brani che compongono il pacchetto, tutti autografi, condensano influenze eterogenee ma tutte discendenti dal meglio del pop duro o, se si preferisce, del punk dolce: la scena di Belfast degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ‘80 di Undertones e Protex, la zuccherosità del sound tutto americano dei Rubinoos e dei Beat di Paul Collins, echi di melodie sixties, fino a venature, in alcuni brani felicemente accentuate, di brit rock'n'roll, Babyshambles su tutti.
Dati gli ascendenti stilistici del combo e la compattezza dei brani, è facile dedurre che questo buon dischetto non sia altro che uno squisito assaggino rispetto a quanto cuore e sudore vengano espressi dal vivo.
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