L'electro del Nord Europa sbarca a Roma
Senza alcun timore reverenziale, gli Union Drama, per loro stessa ammissione, si presentano al pubblico come un progetto ispirato in gran parte alle produzioni elettroniche del Nord Europa. Tra innovazione scandinava e la scuola underground britannica, la band sfiora abilmente elementi di drum and bass, l’electropunk e dubstep su una linea di mixing non così raffinata visto la tipologia di musica espressa.
La rave anni '90 di “Aristocratic Ego” si confonde con la scena delle clubbing band come Klaxons, Carpark North, Röyksopp o Kasabian. Il basso è potentissimo e gli accenni ai fraseggi da gaming anni ’80 variano sulle armonizzazioni vocali di un'elettronica mai sopra le righe. Una ritmica che si asciuga ulteriormente nei pezzi ballabili di “If I Were Richer” o nella canzone più completa del repertorio “Expensive Fancy”.
Da quella tipica attitudine punk e rock, il gruppo cambia rotta. Se difatti la band attinge dalle contaminazioni lasciate in eredità dall’electroclash e dalle influenze french touch di Yuksek, dall'altra il gruppo di Roma, rinuncia in parte a quell’aggressività adottata nelle distorsioni dei Justice o nell'hardcore dei Kap Bambino. Non a caso “Play Yer Pink Sea” riporta gli Union Drama su registri più morbidi e distensivi con un ottimo pezzo synthpop, sì bilanciato ma mai sottotono, grazie ai synth più riusciti del disco.
Non ci fossero stati i Muse ci saremmo accorti dei buoni spunti melodici di “Europid”, ma trattandosi comunque di un gruppo italiano, la band fa soprattutto i conti nella brillante melodia di “Sometimes We Need a Lie” con lo stile unico dei Subsonica, spingendosi fino all'intrusione forzata dei synth di “Violent Kiss”, in memoria del progetto vicentino famoso in tutta europea sotto il nome di Bloody Beetroots.
Abbastanza insolito rispetto ai soliti canoni italiani di dance underground, gli Union Drama sfruttano al meglio le proprie abilità di musicisti in modo analogo al mondo dei producer, dove tuttavia si ha l'impressione che synth e drum machine, quest'ultima elemento principale di un disco di valore, siano ancora subordinati al volere delle chitarre, rinunciando alla hit perfetta in chiave dancefloor.
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La recensione Union Drama di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-07 00:00:00
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