Un disco, questo “Canzoni da solo” di Nicola Pisu, che ti afferra per i capelli e ti riporta, volente o nolente, agli anni che vanno dalla metà dei '60 ai primissimi '70 del Novecento e alla musica “impegnata” di alcuni dei nostri migliori autori di canzoni.
In quegli anni De Andrè, Guccini e De Gregori, la lezione dei quali sembra aver pesato più di altre sullo stile musicalmente scarno (più apprezzabile quanto a liriche) proposto da Pisu, andavano per la maggiore. I tempi e la musica e l’universo giovanile, da sempre il maggiore fruitore dei generi musicali più popolari, erano allora diversi: era, quella, la stagione delle contestazioni e dei raduni, delle proteste studentesche e operaie che venivano attuate anche con la chitarra e con le parole della canzone politica di Paolo Pietrangeli e di Giovanna Marini.
Erano i tempi del Folkstudio di Roma, il cui palco, finché il locale è rimasto attivo, è stato calcato dal fior fiore della canzone folk internazionale. La temperie di quegli anni, peraltro, appariva particolarmente propizia per folksingers come Brassens, Cohen, Dylan, Baez (anch’essi, in qualche modo, sembrano affollare le atmosfere del disco di Pisu), cantanti che potevano suonare in concerto o incidere dischi servendosi unicamente della propria chitarra e della propria voce dal momento che le parole, come sembra avvenire in questo “Canzoni da solo”, rivestivano una maggiore rilevanza rispetto alla musica.
Oggi un disco come quello di Pisu appare ridondante, privo di ogni mordente e anacronistico: oltre ad essere privo di qualsiasi forma di arrangiamento musicale ricalca troppo pedissequamente e in un modo che potrebbe apparire caricaturale, i modelli cui si ispira. L'autore del disco, con assoluta onestà dichiara in una intervista che "Dal punto di vista prettamente musicale riconosco di non essere un musicista innovativo, ma il mio gusto estetico è fortemente ancorato alle sonorità acustiche e alla canzone delle generazioni precedenti, siano esse genovesi, francesi o canadesi." “Canzoni da solo”, in definitiva, è opera di un cantautore poco originale per scelta consapevole, come tale da consigliare solo ai nostalgici più incalliti.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.