Carnesi, al terzo album, conferma la sua visione originale tra pungente leggerezza e fantastico disincanto.
“Prova tutto quello che non è consueto, prendi tutto quello che è inatteso” (“Lo scherzo infinito”)
La solitudine è un passo che non fai, oppure un passo troppo lungo, ché in fondo star fermi o fuggire spesso portano allo stesso punto. Tutto si concentra su come intenderla, se una condizione insopportabile o uno spazio da riempire, noi che di spazio sembriamo averne sempre meno. Hitchcock diceva che “c’è qualcosa di più importante della logica: l’immaginazione”, e quest’aforisma rappresenta bene il mondo di Nicolò Carnesi, la sua visione a colori di una realtà che ha ben poco di fantastico, il guardare da lontano le cose che non vanno nel verso giusto mentre le nuvole corrono o il sole si smarca dall’orizzonte, e in quella solitudine che è poesia e rivoluzione personale trovare la chiave per scoprirsi migliori.
La bellissima noia cantata in questo disco è la linea di partenza di un osservatore esterno, la finestra dove si affaccia per vedere le vite, l’amore, i giochi di parole, e dove misura ogni giorno la distanza degli altri da sé, dando a quella distanza ogni volta un nome nuovo. La voce racconta, con la solita leggerezza che incanta come favole narrate da un amabile conversatore, di fotografie del quotidiano, di quello che leggiamo o guardiamo passarci vicino, del tutto intorno che spesso è in aperto conflitto con ciò che ci portiamo dentro, e la musica è una miscela dreamy di note pescate da passeggiate sul lungomare, dalle notti stellate, dal pensiero infinito di un cuore che inciampa senza cadere mai.
“Bellissima noia” apre come il sorriso che risolve un momento di buio, con le chitarre morbidissime e lo sguardo tagliente, e “Lo spazio vuoto” che recita “faremo di noi il viaggio più bello”, ché non conta dove andiamo, ma come, e infatti “tanto il mondo resta uguale, quindi cambierò io”. La carezza eterea di “Fotografia” ti lascia fermo a ricordare, a pesare i gesti e a pensare a “quante volte da bambino son caduto inseguendo un'idea, che forse il senso, il senso dell'eterno si nasconde in quei piccoli frammenti di felicità”, il basso dominante di “Cambiamento” sottolinea un’energia che scorre nel pezzo come un flusso continuo, come il desiderio di capire cosa vogliamo, e se ci vogliamo. “M.I.A.” è una chiusura che sperimenta in nove minuti sonorità diverse che si sposano per accompagnare il momento in cui chiudiamo gli occhi, scintille e rallentamenti, battiti incerti sul ritmo da seguire, tra rasserenamenti e rimpianti.
Al terzo album, i contorni di Carnesi si fanno sempre più nitidi, è un cantautore riconoscibile e originale, e questo è più di una conquista, e il suo percorso si arricchisce musicalmente mantenendo una scrittura lieve e di fantastico disincanto, pungente e sorridente al tempo stesso, lasciando a chi l’ascolta lo spazio necessario da riempire con la propria immaginazione, nelle nostre perfette solitudini, nella nostra bellissima noia.
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La recensione Bellissima noia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-11 10:00:00
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