L'incanto dell'ascolto di chi cerca calma e relax
Per capire come stanno le cose occorre ascoltare per qualche minuto la traccia introduttiva di questo disco; melodie jazz e voce raffinata potrebbero dividere il pubblico a metà: chi non ama le dolcezze calligrafiche di piano e archi educati si sentirà annoiato, chi apprezza ritmiche e linguaggi eleganti di tradizioni etnically correct si perderà dentro atmosfere già sue. Dunque un album in cui la narrazione dialettale, unita all’abilità compositiva di strumentisti dallo stile folk-jazz, può rimanere un prodotto di nicchia da maneggiare in pochi, con parsimonia.
Per alcuni la semplicità diventa arte quando il dialogo tra contrabbasso, archi, fiati, chitarre e voce è fitto e rilassato; costoro ritroveranno allora il gusto di sedersi in poltrona, leggere un libro e sorseggiare thè senza mostrarsi tediati, apprezzando lirismo e solitudine. Non chiedete loro di organizzare una festa, perché confusione, birra e musica rumorosa non fanno per questi soggetti. Piuttosto essi regoleranno i propri equilibri interiori tra le note delicate di una voce che si stende beatamente sul sofà. Con la testa morbida e piena di sogni ascolteranno dunque brani soffusi (“Fioca”, “Pulè”, “Val Grande”, “Sera”..) a mostrare che la vita è di chi osserva un angolo di mondo in pace con la natura e con l’uomo senza far rumore; si stupiranno di immergersi in un mare di suoni provenienti da un ambiente isolato, curato e accogliente (“Sera”, “Estateinverno”, “Arrivederci Stresa”) prima di chiudere gli occhi tra le braccia di un Morfeo ingordo di dolce musicalità (“Fa la nana”).
Ad ascolto ultimato resta la suggestione di pace e tranquillità, un po’ bucolica e incontaminata, che alcune anime si ostinano continuamente a ricercare dentro a un mondo caotico e senza requie. Per assaporare la dolce passività di un ascolto attento che, alla fine, troppo pigro non è.
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La recensione Intra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-03 00:00:00
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