Architetture pop sognanti per i VGPS
"Un taglio netto e poi, chi sanguina lo sai"
Questo "Lovemarks" dei Van Gogh Post Scriptum è proprio un taglio netto; un taglio netto con qualcuno e qualcosa, con i ricordi, con quella sensazione di invincibilità. Su tutto il disco aleggia una cortina di malinconia spessa, propria della fine di un amore talmente profondo che lascia il segno. Si parte con l'arpeggio sognante di "DNA", pezzo-nebbia dal gusto anni '90 che richiamata le ballate degli Afterhours. Con "Demodè" l'aria si fa ancora più rarefatta e nebulosa; basso e batteria scandiscono il ritmo come un cuore pulsante e piano piano la nebbia si dirada. "Mangiami l'anima" è quasi un raggio di sole, una parentesi rosa dopo l'oscurità anche se le parole indicano tutt'altro che una pace duratura, al massimo un momentaneo estraneamento prima di tornare nell'intimità dei propri pensieri; "Tanto Basta" rompe gli indugi e lascia più spazio alla negazione e alla rabbia impersonificate in un paio di riff graffianti e arroganti che sanno di reazione al malessere. "Il tuo Fruscio" è la vera e propria perla del disco dei VGPS, un pezzo dal taglio pop rigido e attento, un vero diamantino di colori e sensazioni. Si arriva così al trittico conclusivo del disco, pezzi taglienti e più graffianti di quelli ascoltati fin qua. Chiude tutto "TV Color", pezzo a metà fra rabbia e accettazione, orchestrato e suonato in maniera impeccabile.
Un disco bello, scorrevole, suonato bene e interessantissimo sotto ogni punto di vista. Dopo essersi mangiati tutte e nove le tracce di questo lavoro, non resta che aspettare un seguito.
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La recensione Lovemarks di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-06 00:00:00
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