"Lingua nera" pesca a piene mani dalla musica alternative "made in Italy" degli anni '90
Parafrasando il titolo di una canzone conosciuta ai più, all'ascolto di questa seconda prova sulla lunga distanza degli Od Fulmine verrebbe da pensare che non si esce vivi dagli anni '90. E non lo scriviamo per liquidare il disco con una battuta, né tantomeno per darne una lettura riduttiva, anzi! Molto semplicemente, i 5 componenti della band formano la loro coscienza musicale proprio in quel decennio e, alcuni di essi, muovevano addirittura i primi passi sotto l'egida di un'etichetta simbolo di quell'epoca quale fu Baracca&Burattini.
"Lingua nera" è un album che pesca a piene mani dalla musica alternative "made in Italy" dei nineties, riportando alla luce sonorità che non riassaporavo da tempo. In queste 14 canzoni c'è proprio il gusto dell'epoca negli arrangiamenti: sembra di risentire il Cesare Basile dell'esordio solista ("L'altra per te"), i mai abbastanza rimpianti Lula ("I cannibali", "Il saluto dei topi liberati", "Bù", "Il mio colore", "Dove sei"), gli Scisma di "Rosemary plexiglas" ("Dipli") e Il Santo Niente ("L'altra per te", "Tutta l'umanità"). Aggiungete a ciò le inevitabili influenze delle formazioni in cui i cinque hanno militato in passato - dai Meganoidi ai Numero6 - e il risultato non potrà che riflettersi in ogni singola canzone, in maniera sempre diversa, quasi fosse un caleidoscopio.
In definitiva, per chi all'epoca - molto probabilmente per questioni anagrafiche - non fu coinvolto direttamente, "Lingua nera" rappresenta un ottimo bignamino per saggiare le emozioni di quel periodo. Per i più anziani, invece, una bellissima sensazione di déjà-vu a cui consiglio di non rinunciare.
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La recensione Lingua Nera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-13 10:00:00
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