La ricomparsa discografica di Ed è una via di mezzo tra un house party negli anni '60 e una potenziale colonna sonora per il prossimo film di Virzì (“The Pain I felt”). È un lavoro che passa, senza mai andare fuori fuoco, dal dream pop più estasiato al pop'n roll degli albori, unendo varie suggestioni di genere.
L'introduzione, con “The chance to”, è una fulminea ninna nanna distorta dove riverberi e sogni si mescolano in un vortice di immagini sonore. L'atmosfera di rimbalzo tra il sonno e gli occhi aperti prosegue – ad esclusione della proto-hit garage “Please, have fun!” – fino alla fine dell'album.
Sono bastati pochi semplici elementi, uniti nella giusta misura, a dare vita ad un disco ben realizzato, che potrebbe essere stato scritto qui come dall'altra parte del mondo. La lezione dei grandi dei rock'n roll ha sortito gli effetti sperati: la musica e l'essenza del passato in questo caso sono state filtrate attraverso un redivivo punto di vista sul futuro, cercando di coglierne la malinconia e la lucidità, ma anche la spensieratezza e l'indole scanzonata. Fresco, diretto, in qualche passaggio quasi psichedelico. Un bel ritorno.
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