Dopo aver riportato alla mente la scena Rock '90 riprendere i primi dischi dei The Black Keys sembra una buona idea.
A riportare in vita la scena rock anni ’90 di una Seattle rumorosissima, arricchendola con striature blues, che più che venature son vere e proprie gambe su cui reggersi, ci pensano oggi i Madden Waves. La strumentale ha un buon piglio: è frizzante e stuzzicante, ruvida. La sua caratteristica di essere malleabile e versatile la rende interessante sotto il punto di vista tecnico, puntando molto sugli intriganti fraseggi di chitarra elettrica. È da questi licks che saltano in mente i primi The Black Keys, quelli di “Chulahoma”. Dall’altro lato invece, se possiamo definire come ben composta la parte strumentale questo non va necessariamente letto nell’accezione di impostato e rigido. Sembrano alla ricerca della bassa fedeltà, ma ripetendo allo sfinimento che sono difficili da collocare-regolare in un ritornello urlatoci in faccia che sembra lanciato in loop uno svariato numero di volte finiscono anche per portare al mal di testa con “I’m hard to set yeah yeah”.
Se questi ragazzi cercassero un consiglio uno dei primi sarebbe quello di ricalibrare i cori per renderli meno pesanti, e magari riascoltarsi pure gli album dei sopra-citati The Black Keys sembra essere una buona ipotesi vista la strada che han fatto.
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La recensione Shades di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-20 00:00:00
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