Lock The Basement Loading Your Personal Twat 2016 - Rock, Industrial

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Un album denso e stratificato, in cui un presente delirante e metropolitano appare freneticamente orientato verso un futuro angosciante e disumanizzato.

I Lock The Basement, che si definiscono una one man band, sono in realtà un side-project del poliedrico cantante, chitarrista, compositore e arrangiatore Andrea Boccarusso. Il disco di debutto, "Loading Your Personal Twat", è una commistione di sonorità elettroniche ed elettrificate, in cui la voce appare come l’unico vero elemento di contatto con l’umano che tende a scomparire dietro l’angosciante frenesia di un presente futuribile e digitalizzato, ben rappresentato dall'artwork realizzato da Gustavo Sazes.

Ogni composizione appare densa e stratificata, senza tuttavia risultare (quasi mai) soffocata da nessuno degli elementi che l’autore sovrappone con cura e misura, restituendoci perfettamente l’idea di un presente delirante e metropolitano e freneticamente orientato al futuro, di un tempo che ha fretta di scorrere a tutta velocità verso un destino ignoto e verosimilmente disumanizzato. Le sonorità di questo lavoro, a metà strada tra l’industrial rock e il pop-metal (ammesso che così possa definirsi), per quanto complessivamente piuttosto derivative, sono ricche di spunti interessanti e soluzioni tutt’altro che banali, grazie ad una scrittura solida e una capacità esecutiva perfettamente coerente con i contenuti proposti. Voci e chitarre elettriche si muovono con prepotenza sopra un tappeto ritmico martellante e ossessivo, che, pur rimanendo quasi sempre sullo sfondo, è capace di mantenere, grazie ad un BMP costantemente sostenuto, la tensione sempre molto alta. La voce, potente, graffiante e a tratti fortemente processata, è ruvida e disperata, quasi volesse liberarsi dalle catene che la imprigionano in questo universo caotico, trasfigurato e carico di tensione. Deprecabile in tal senso l’uso troppo frequente del fade out, capace di smorzare in modo artificioso la carica emotiva accumulata delle diverse composizioni in cui se ne fa uso. In coda al disco, l’autore si congeda con sonorità più morbide, capaci di riportare la tensione verso un presente meno angosciante o forse semplicemente più umano.

Maneggiare questi suoni e questa materia senza risultare ripetitivi e pedanti, non è di certo cosa semplice, considerate anche le ridotte possibilità di variazione sul tema offerte dal genere. I Lock The Basement, pur non brillando per spiccata originalità, riescono nel difficile compito di realizzare un disco assolutamente godibile, fortemente caratterizzato, ma non manieristico, in cui le specifiche regole del gioco vengono attuate con gusto, perizia tecnica e assoluta cognizione di causa. Senza dubbio, una prova ben riuscita.

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La recensione Loading Your Personal Twat di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-10 00:00:00

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