Fedeltà al passato ma con un rinnovato spirito critico e ribelle nell'esordio solista dell'ex Punkreas
“Nessuna inversione a U” – almeno musicalmente –, come dichiara lo stesso Flaco Punx, ma piuttosto “un’evoluzione naturale” dei “suoi” Punkreas in questo primo episodio solista di uno dei membri fondatori della storica band milanese. D’altra parte, dopo una ventennale carriera all’interno di una delle band più influenti del punk nostrano, sarebbe assurdo e immotivato pensare ad un repentino e radicale cambio di rotta. I “Coleotteri” di Fabrizio Castelli (questo il vero nome di Flaco), dunque, volano fuori dalle casse con una tale potenza, verità e concretezza da non lasciare spazio a dubbi sulla sincerità del progetto, evidenziata anche dalla grande quantità di anthem e potenziali singoli presenti in sole dieci tracce. “Bubblegum” è stato scelto come primo singolo ufficiale, ed effettivamente lungo i suoi tre minuti e un quarto esprime bene la vena più scanzonata ed energica dell’intero album, eppure nulla in meno hanno brani come la stessa “Coleotteri”, la lucida critica antiamericana di “Zona d’influenza” e quel pezzone intitolato “La canzone di Adamo”.
I temi politici e sociali sono al centro dell’intero lavoro, sin dalla traccia d’apertura: “Gorky”, inaugurata dalla sigla del telegiornale storico in cui si annunciava il crollo del muro di Berlino. Non manca un urlo positivo contro la disillusione e la rassegnazione (“Dodici ore”) perché le cose si possono sempre cambiare e quando non funzionano non bisogna accettarle per come sono; e c’è spazio addirittura per la garibaldina “1861”, una denuncia in salsa ska per risvegliare l’assopita coscienza civica e patriottica degli italiani, nonché per una vivace ed irriverente narrazione degli ultimi momenti della vita di… Dio, con rinnovati esiti ideologici di gucciniana memoria, in “Codice rosso”. In chiusura, infine, non potevamo aspettarci nulla di meno di una bella bomba – in tutti i sensi – come la scatenata “Testata nucleare”.
Solida coerenza stilistica e un ritrovato impeto creativo sono incanalati tra i ritmi punk, rock, reggae e ska di questo esordio solista di Flaco, facendo di “Coleotteri” uno tra i migliori dischi punk pubblicati quest’anno. Scavando con tutta la sua irriverenza e il suo spirito di ribellione, l’ex Punkreas ha trovato dentro sé tante cose da dire e modi non banali di dirle, benché ricalcando le buone vecchie strade che ben conosciamo. Un Flaco decisamente in forma, quindi, che non fa rimpiangere i suoi trascorsi all’interno della band. Non tutti i mali vengono per nuocere…
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La recensione coleotteri di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-10-03 00:00:00
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