"Kino mood" del livornese Marco Martini accende emozioni e sensazioni ad ogni nota, ad ogni passaggio
Non è facile cercare di descrivere un album strumentale. Ogni volta, il pericolo di dare ascolto innanzitutto alle emozioni che suscita è dietro l’angolo. E “Kino Mood”, primo disco del livornese Marco Martini, di emozioni e sensazioni ne accende parecchie. Nove brani che vogliono rompere le barriere tra produttore e fruitore, di chi ha sempre lavorato con una cinepresa in mano ma non ha mai lasciato che la propria passione per la musica si spegnesse.
Senza dubbio siamo davanti a una serie di composizioni in cui il legame con un’idea di immagine detiene un ruolo principale. Non è possibile infatti ascoltare tracce come “Breath” o “Time Traveler” senza proiettare ogni singola nota all’interno di un film d’avventura; mentre “Storyteller” e “Thinking Of You” ammorbidiscono la carica dell’intero album cullando l’ascoltatore con violini e pianoforte. Si viene quindi trasportati in diversi angoli del mondo: dalle distese del “Sahara” alle lunghe strade del centro America o in stanze solitarie ad ammirare la pioggia che batte sul vetro (e pensiamo a “Everlasting”).
“Kino Mood” è dunque uno di quegli album che dà al proprio ascoltatore la stessa libertà concessa da un libro. I suoni, le melodie, le cadenze ritmiche non sono che una traccia entro cui l’immaginazione di ciascuno può spaziare verso svariate direzione. E ogni volta cambiare meta o compagni di viaggio o luoghi da vivere.
La conferma, dunque, di quanto sia difficile parlare di un album del genere è arrivata: l’unica soluzione è spegnere la luce e ascoltarlo.
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La recensione Kino Mood di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-19 00:00:00
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