L'intenzione dei JJ LaMorve è riportare in auge il grunge di Nirvana e Pearl Jam. Il risultato non soddisfa del tutto e purtroppo non ascolterete nulla di indimenticabile.
Sulla biografia dei JJ LaMorve si legge che lo scopo del gruppo è riportare in auge il grunge sound di Seattle di inizio 90’s. Le intenzioni ci sono ma il risultato è diverso. Che sia chiaro: è evidente che le radici del gruppo siano proprio quelle, basta ascoltare i suoni di chitarra e la voce grattata di Fabio, il cantante/chitarrista. Purtroppo, però, non basta solo questo.
Al primo ascolto, ciò che subito si nota è una pronuncia inglese per nulla naturale che rende il lavoro meno piacevole. Al secondo ascolto, anche i testi non appaiono degni di nota, come se si rincorresse più il bel suono delle parole che un significato di spessore. Non sarebbe meglio puntare ad una scrittura in italiano, che abbia qualcosa in più da dire, piuttosto che scimmiottare gli idoli di sempre (che pure ci sta, per carità) finanche avventurandosi in una lingua che non si padroneggia al meglio?
Altro elemento che rende non ottimale la fruibilità dell’ep è la batteria, che qua e là si perde e non sembra ben amalgamata con il resto degli strumenti.
Il lavoro, in ogni caso, appare coerente: c’è una certa compattezza di suono e nessun brano si allontana dal grunge preannunciato. Ci sono riff interessanti ("Coming Home" e "Ride on the Wave" su tutti) e guardando i video delle loro esibizioni live, si può affermare con tranquillità che è proprio quella la dimensione in cui i JJ LaMorve danno il meglio di sé.
Per riassumere, ai cultori del genere questo disco può piacere, malgrado alcune imprecisioni su citate, ma sfortunatamente non si troverà alcun elemento originale che lasci a bocca aperta.
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La recensione JJ LaMorve - EP 2016 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-22 00:00:00
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