Armata di chitarra, Sara mostra tutti i lati della su personalità nelle canzoni, si esprime in italiano ma anche in dialetto siciliano e in spagnolo, portando in ognuna delle versioni linguistiche una concretezza e veridicità del testo esemplare: le parole sopra a tutto a ribadire che non c'è canzone senza una storia.
In "Ciricò" ci sono appunto otto brevi racconti di quella che è la vita di Sara e il legame che la stringe alla sua terra, il sud, la provincia palermitana che trasuda di folk e voci limpide urlate, di ritmi basilari ed intensi, le corde della chitarra pizzicate e stoppate affascinano nelle notti di Monreale come in quelle di Cadiz.
Con un cantato a metà tra Paola Turci e Fiorella Mannoia, Sara Romano disegna se stessa nei primi 3 pezzi, "I gei recessivi", "Ciricò" e "Mi casa", un trittico eterogeneo dal punto di vista musicale e linguistico ma che si può leggere come un sunto della personalità della cantautrice sicula, tra la dolcezza di un arpeggio e una ritmica di piccole percussioni. Divagazioni interessanti sul tema "radici del sud" si trovano più avanti nella tracklist e in particolare ne "La ballata delle parole complesse", piccolo sfogo sulle paturnie represse, e ne "Il complesso", maliziosa allusione a un rapporto sessuale tra due donne, il miglior brano dell'intero disco dal punto di vista dell'arrangiamento e della composizione musicale, più scarna rispetto al resto ma notevole per la diversa scelta dei suoni.
"Ciricò" è un disco didascalico e autobiografico, concreto e vero, che però si sofferma per troppi attimi sulla terra ferma, solo con lo sguardo verso l'orizzonte. Con le capacità autorali di Sara Romano si può volare molto più in alto di così, sezionare e scomporre le esperienze per poi rimetterle assieme aggiungendo qualche azzardo sperimentale in più. Qui ci sono le basi per sfidare le proprie capacità.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.