Tricia Takanawa
La splendida persona che ero una volta 2016 - Cantautoriale, Indie, Pop rock

La splendida persona che ero una volta

Dopo la settimana sanremese, i Tricia Takanawa non ci portano fuori dal mood della melodia italiana, ma lo fanno con stile ed eleganza

Dopo una settimana di Sanremo in cui la musica nostrana ha invaso i nostri cervelli, il disco dei Tricia Takanawa non ci fa uscire dal mood della tipica melodia all'italiana ma lo fa con stile ed eleganza.
"La splendida persona che ero" è una raccolta di otto ballad un po' "sfigate" il cui si canta di amori impossibili, di biciclette e di donne fatate che ignorano l'esistenza dei propri ammiratori. 
Il punto forte del disco è l'ironia che pervade tutti i testi, dall'invettiva verso i bambini che piangono ne "La splendida persona che ero" ("bambini piagnoni, viziati figli di puttana/ che ogni sabato mi svegliano perché devono andare a scuola/ È anche colpa loro se non sono più una splendida persona"), alla gara di rimbalzi coi sassi ne "L'ultima" ("scusa non son cambiato/ sai penso ancora a quando abbiam lanciato i sassi/ e hai fatto più rimbalzi tu di me").

Il mondo costruito dai Tricia Takanawa è un mondo leggero e pieno di malinconia. Racconta storie ispirate alla realtà ma farcite da una buona dosa di fantasia; ciò rende i brani non delle semplici pagine di cronaca ma delle cartoline in grado di far sognare e divertire chi li ascolta e ne immagina le vicende narrate.
Passando al lato compositivo non ci sono grandi sorprese armoniche e nelle melodie ma tutto calza perfettamente in un disco che vuole essere narrativo. Bello l'arrangiamento in "Ragazza con la bici da uomo", dove violini e chitarra acustica trasportano nella corsa in bici della protagonista, fra i palazzi e la piazza di una cittadina.
L'album si apre con "Eskimo blu", il pezzo suggerisce una vicinanza compositiva al Cesare Cremonini post-Lunapop.
La costruzione classica dell'arrangiamento dona a questa riconoscibilità italiana un tocco british, à la Beatles, gruppo molto caro anche al cantautore bolognese.
 
L'album dei Tricia Takanawa è, nel complesso, un ottimo inizio per una band nata da pochi anni ma che ha già mostrato la sua cifra stilistica, bravi musicisti e originali nella scrittura. Quello che manca è un po' di rischio e d'innovazione nel suono, ma è ovvio che tutto ciò arriverà più tardi con i prossimi lavori della band.
 

 

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