MOLOTOY The most intelligent child 2016 - Elettronica, Post-Rock, Ambient

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Un muro del suono di puro postronic

C'è un tweet dei Molotoy che sembra quasi un manifesto programmatico di questo "The most intelligent child": si vedono loro tre, Andrea Buttafuoco, Andrea Minichilli e Sergio Tentella davanti a quello che sembra un muro abbastanza granitico. E proprio di un muro abbastanza, anzi fortemente granitico si ha la tangibile sensazione in questo loro album. Un lp che inizia con le atmosfere rarefatte e vagamente sognanti di "Human Race" ma che poi, quasi con una sterzata decisa, diventa molto più aggressivo e muscolare con la cassa dritta di "TIME", la terza traccia.

Proprio questa sensazione di muro, non inteso come barriera e/o confine ma piuttosto di possanza, viene confermata anche da "Float", impreziosita dal feauturing di Eeris: la voce della cantante, dolce e suadente, bene si unisce con il suono massiccio del gruppo. Anche in "Disappear", l'ottava traccia cantata assieme a The Niro si persegue con le già citate caratteristiche, fornendo in questo caso una patina quasi da film fantascientifico anni '80 molto interessante.

Se forse si dovesse trovare una pecca in questo "The most intelligent child" è una certa monotonia nei toni (se si esclude il primo pezzo, "Human Race"): grosso modo si ha sempre davanti quell diaframma sintetico raffinitassimo ma che alla lunga potrebbe annoiare il più attento degli ascoltatori. Comunque, anche complice l'ottima produzione di Francesco Catitti, l'album è di considerevole impatto: l'importante è non andare a schiantarsi contro un muro perché "si conosce a menadito la strada e quasi quasi si chiude gli occhi perché si è troppo stanchi per guidare". 

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La recensione The most intelligent child di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-07 00:00:00

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