Viaggio sonoro tra shoegaze e musica orientale, post-rock e cosmogonia
Con il loro album di debutto, gli Sherpa ci prendono per mano e ci accompagnano in un viaggio sonoro dalle molteplici destinazioni. "TANZLINDE" nasce tra i monti dell'Abruzzo, ma non si accontenta di rappresentare il proprio punto di partenza. Nei dieci brani dell'album si spazia dalle melodie shoegaze alla psichedelia, mantenendo comunque uno stile coerente, marcato da una voce spesso fortemente effettata dall'impatto maestoso, come nella stessa title track.
Nel primo brano di "TANZLINDE" si trova l'immediata dualità del disco, sospeso tra celebrazione delle proprie origini ed espolorazione di influenze lontane, incorniciate dal titolo "Dune", che ricorda l'ambiente naturale quanto l'eco del David Lynch fantascientifico. Una delle contaminazioni più frequenti nel lavoro degli Sherpa è quella con la musica orientale, presente per esempio nei numerosi inserti che suggeriscono all'orecchio l'India, come in "Dubinuska".
Non mancano brani dall'anima più scura, come l'avvolgente "Magnetic White Tree", che rendono l'elaborato disco degli Sherpa ancora più vario e complesso. Non stupisce che il gruppo abbia impiegato ben due anni per realizzarlo, vista la mole di fonti di ispirazione e la cura con cui i singoli brani sono presentati all'ascoltatore. Avviandosi verso il finale dell'album continuano ad arrivare le sorprese, come la suggestiva "Big Foot", una sorta di ninna nanna mediorientale dal finale quasi prog. La band abruzzese crea , quindi, un multiforme percorso alla scoperta di suoni antichi e potenti, resi attuali dalla loro commistione con le nostre radici occidentali.
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La recensione TANZLINDE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-28 00:00:00
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