Punk e testi intrisi di ideologia, non attuale ma sempre efficace
Si sente che i Black Mirrors hanno una lunga tradizione che nasce tempo fa, nel 1979, quando le lotte sociali erano all'ordine del giorno. La loro musica ha ancora quella genuina voglia di andare a rompere le palle al “sistema”. E cosi, i testi del loro nuovo album autoprodotto, "Stato D' Eccezione", spaziano dal ricordo di personaggi che hanno fatto la storia, alla critica della politica italiana.
Sono undici inediti e tre cover (tra cui due live dall'ultimo Tributo italiano a Joe Strummer). Il disco si apre con la title track “Stato d'eccezione”: un governo che ha una vocazione autoritaria, ma è ancora soggetto al peso del voto, deve trovare buone ragioni per imporre le sue misure autoritarie. Per farlo ricorre allo “stato d'eccezione”, un vecchio concetto politico che indica che una parte di uno stato che non ne avrebbe diritto si appropria di poteri non suoi. Testo che risulta una velata critica sulla poca libertà che gli italiani hanno avuto nelle ultime decisioni politiche. Critica allo stato anche in “Il lavoro non esiste (jobs act)”, “Si parla di creare la ricchezza del paese, ma poi non si riesce ad arrivare alla fine del mese” e in “Omissis” dove però a vedersi puntare il dito contro non è la storia contemporanea ma il passato, la permanente mancanza di volontà politica di voler definitivamente fare chiarezza sulle stragi di Stato.
Si passa poi a “Monika” che con “Corbari” racconta la storia di due personaggi combattenti. La prima parla di Monika Ertl, nata in una famiglia nazista riparata in Bolivia dopo il 1945, che aderisce alla guerriglia guevarista del Ejercito de Liberación Nacional. "Corbari", il brano più bello dell'intero disco, invece ci racconta di Sirio Corbari che divenne comandante di una unità partigiana indipendente, La Banda Corbari, che imperversò tra Ravenna e Forlì. La sua cifra stilistica era quella di porre l'avversario in situazioni ridicole.
“Punk is dead” e “Mentecattautore” parlano di musica. La prima gioca con la parola dead e dad chiarendo una volta per tutte che il punk non è morto, ma è vivo e vegeto ed è ancora padre di molta buona musica. "Mentecattautore" invece è uno sfottò alla musica indie italiana, senza girarci troppo intorno i Black Mirrors ci danno la loro visione: “Una marea di seghe mentali e litanie super-commerciali”, “In tutti i rock club e nei locali di moda, orde di fan senton la tua broda, Overdosi introspettive, manco foste fatti”.
Il disco va via liscio e deciso come un album punk è tenuto a fare. I testi, intrisi di ideologia, la fanno da padrona. ci si può interrogare a lungo sulla contemporaneità di una scelta simile, ma lasciamo agli ascoltatori il verdetto.
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La recensione Stato d'Eccezione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-03 00:00:00
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