Abbandonarsi completamente in "un rapinoso volo di starna"
Scrive Eugenio Montale in una delle sue poesie meno conosciute "Per un omaggio a Rimbaud'": "Oh non seguirlo nel suo rapinoso/ volo di starna". Queste strofe, se si vuole al contempo marginali e fondamentali nel corpus dell'intero poeta (dedicate tra l'altro alla celebre "Volpe" aka Maria Luisa Spaziani, amica-amante dell'autore di Monterosso) torna quasi in automatico alla mente quando ci si approccia a questo "Simple Music" di Orange Car Crash, il progetto sonico di Andrea Davì, già batterista dei Mamuthones, dei Lay Llamas e co-fondatore del collettivo musicale The Beautiful Bunker. Con un curriculum del genere, virato decisamente verso lidi lisergici e psichedelici e quasi consequenziale il fatto che anche "Simple Music" abbia queste atmosfere. E proprio questo dilatarsi dei tempi e degli orizzonti fa provare all'ascoltatore l'ebbrezza o, per i meno coraggiosi, il verde orrore del baratro di un "rapinoso volo di starna".
Si prenda, ad esempio, la terza traccia, "Loop Loop Balendro": si tratta di un ipnotico vortice di arpeggi di chitarre, a cui non si riesce a dare una connotazione chiara, un genere preciso né un'appartenenza definita. Per chi non ama i contorni ben delineati l'album in questione è da rifuggire: non troverete mai una terraferma, né in "Mind the Gap", la canzone numero cinque quasi suonata sottovoce, né in "Simple Things", l'ottavo pezzo, un po' tribale un po' jazzy. Qui tutto è limaccioso, sfumato e umido, ma di quell'umidità che sa di vita. Forse per comprendere appieno il disco occorre, lasciandosi "impantanare" in queste sabbie mobili, andare alla decima canzone, "Serena". I fiati percuotono l'aria, la psichedelia regna sovrana (con quasi tre minuti di silenzio assoluto!) e il caos, impersonato da percussioni "varie ed eventuali", domina qui in terra: Andrea Davì è già lassù nel suo "rapinoso volo di starna".
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La recensione Simple Music di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-09 00:00:00
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