Il proto-punk della band bolognese, nel quale riecheggiano blues, psichedelia e disperazione metropolitana
I Muddy Worries arrivano dai sobborghi bolognesi e presentano quattro tracce autografe di incazzatissimo proto-punk.
L’ascolto del lotto parte in sordina, “This Fuckin’ Girl” e “Your Power (I Don’t Want)” sono due buoni brani, dal sound detroitiano, tirati e urgenti, incazzati e scarni, ma che, tutto sommato, non spiccano per originalità od inventiva, complice anche la produzione lo-fi che svilisce i pezzi della potenza che potrebbero avere.
Nei due episodi seguenti, però, la qualità della proposta si impenna e, con essa, la mia curiosità per questa band di cui su internet si trovano notizie con il contagocce: “Summertime”, costruito su un nervoso jungle beat à la Bo Diddley, e la sguaiata “The Rent” sono due piccole perle di rock’n’roll tribale, ben costruite e meglio eseguite, nelle quali riecheggiano blues, crudo garage rock, asfalto, shape of punk to come, rozza psichedelia e disperazione metropolitana, che furono di MC5, Stooges, Gun Club e Flesh Eaters. Non a caso entrambi sono stati scelti e pubblicati come singolo a 45 giri per la benemerita Rave Up Records di quel genio del male di Pierpaolo De Iulis.
Ora non sappiamo cosa bolle nella pentola di questi ragazzacci, se la loro vena creativa sia sveglia, se stiano scrivendo altre canzoni o magari preparando l'album d'esordio, ma date le premesse del loro primo sette pollici noi auguriamo loro di proseguire sulla stessa strada maledetta, impervia e gloriosa del rock'n'roll.
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La recensione Muddy Worries di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-14 00:00:00
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