Canzoni scoppiettanti e talento da vendere. Ecco il nuovo album di Luca Ferraris.
Avevamo lasciato Luca Ferraris alle prese con i suoi itinerari, mentali e non, riassunti all’interno di “Viaggi senza ritornello”. Quattro anni dopo, il cantautore padovano torna con “Sorridenti senza denti” e non sembra che il tempo abbia offuscato il suo talento. Ferraris è rimasto fedele alla linea di una forma canzone scoppiettante, sorretta da atmosfere dal respiro balcanico, klezmer e folk, che non nasconde l’attrazione nei confronti del jazz. Un album che spinge sull’acceleratore, che sforna canzoni ben sostenute dalla dinamicità degli ottoni, dal calore del pianoforte, portatrici sane di gioia e vivacità (fanno eccezione la riflessiva “Necmi” e poco altro), registrate dal vivo in studio con le sovraincisioni ridotte al minimo sindacale.
Un ulteriore segnale di genuinità di un disco che, al di là della sua apparente spensieratezza, ne approfitta per menare fendenti niente male. Con obiettivi ben precisi. Come la schiavitù del lavoro salariato (“Ci sarà dell’altro al di là del lavoro che già fai? Ci sarà, trovalo, ci sarà”, recita “Capro espiatorio”), le regole da rispettare ma fino a un certo punto (“Con i soldi delle mie otto ore al giorno acquistai otto ore per me, il mio non ritorno”, da “Piccapane”). E poi si tira in ballo il consumismo (“Stessa banca”), l’amore che se ne sbatte delle convenzioni (“Silvia e Sara”) e si dispiegano manifesti programmatici sui quali riflettere (“Odio Bassanese, odio Vasco Rossi, Jovanotti e Ligabue ma stimo Avitabile e i Bottari, e che tenerezza quel Max Pezzali!”, ancora da “Stessa banca”).
Ferraris descrive un microcosmo affollato da personaggi che non si sentono a loro agio con il progresso a tutti i costi, con una vita che basta distrarsi un attimo e la vedi sfuggire via, e che alla fine non possono fare a meno di chiedersi “che serve avere i denti, dico io, se poi non fai un sorriso?”. La bravura di Luca Ferraris (e dei musicisti che lo accompagnano in questa nuova avventura) sta proprio nel costruire canzoni in grado di coniugare leggerezza e contenuti, per giunta arricchite da suoni robusti e graffianti. Come mai siamo così pochi ad esserci accorti della sua bravura?
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La recensione Sorridenti senza denti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-23 00:00:00
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