"Cielo incerto", una scelta azzeccatissima. Sotto la produzione artistica di Giuliano Dottori, il cantautore padovano scrive 5 canzoni dalla doppia faccia, su argomenti ascoltati già molte volte come lo smarrimento, l'incertezza e la fragilità, ma sono caratteristiche che si addicono non tanto all'oggetto cantato quanto alle canzoni stesse.
Siamo di fronte a uno stile cantautorale pop-rock molto classico, che però ha la più grande pecca nel cantato. Tremonte scrive con la voce melodie semplici, evitando le sfumature e i colori, mantenedo un tono livellato e quasi mononota. La cifra stilistica così didascalica, anche nella descrizione dei sentimenti, si può guardare come una scelta precisa: si rinuncia totalmente alle metafore e, in breve, si banalizza. Musicalmente i brani di "Cielo incerto" hanno però una loro anima: "Alibi" con la sua ritmica incalzante e la chitarra slide sembra un brano di Beck, "Non mi ricordo" ha quel beat elettronico e quelle basse armoniche molto americane.
Si percepisce tutta la difficoltà di Umberto Ti. di migliorare i testi con l'interpretazione, come in "Città affollata", brano di apertura e il meno riuscito dell'ep, un classico esempio di come un'idea melodica buona può imbruttire una canzone se non viene sviluppata bene, soprattutto a livello metrico.
Un'opera prima sicuramente da rivedere, nella sua totalità insufficiente per potenza dei messaggi e modo di comunicarli. Il cielo è incerto, ma anche molte cose nella musica e nei testi di Umberto Ti.
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