I Sweet and Divine vanno in replica, ma l'energia non manca mai
Ricordando il famoso detto "Paganini non ripete", non capita invece così di rado di ascoltare una canzone e avere come la sensazione di sentire lo stesso pezzo per tutta la durata del disco senza alcuna variazione sul tema, ed è questa la pecca maggiore che si può imputare ai Sweet and Divine.
Se da una parte il gruppo non tradisce mai il proprio modo di far musica senza troppe sbavature, dall'altra, difetta inevitabilmente di un'ostinata omogeneità e ridondanza. Difatti, senza particolari traversie, l'ep non propone alcuna sfumatura ed evoluzione rispetto ai lavori precedenti, sposando appieno lo sprito del disco con il titolo che suona quasi come uno slogan: "Make it Simple, Make it Fast" ovvero farlo facile, farlo veloce.
Non a caso il canovaccio delle canzoni non subisce variazioni e segue uno schema ben preciso scandito da limpidi sprazzi di assoli di chitarra ben assestati su basi ritmiche e vocali accelerate, dove l'unico tocco di dinamicità nella struttura delle composizioni è riservato alle pause, in grado di spezzare il flusso continuo delle tracce che si susseguono.
In un rock alternativo misto a punk rock, "Guys" è il pezzo che esprime in modo più vicino la consolidata parentela con i Foo Fighters, mentre "Whispers" si fa largo ad alcune reminiscenze melodiche della celebre “Sunday Bloody Sunday” degli U2. La resa del rullante così scandito in tutti i pezzi è talvolta faticoso all'ascolto, dove tuttavia, trova il suo apice in “Third Chance”, il pezzo migliore dell'ep capace esaltare perlomeno l'indubbia prova energetica dei Sweet and Divine sempre generosa.
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La recensione MAKE IT SIMPLE, MAKE IT FAST di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-17 00:00:00
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