Roma, il cinema e un'identità musicale ben definita. Questi sono gli ingredienti del nuovo disco del Turco.
Come scriveva Mauro Laeng: «la coerenza è l'unità della persona nel suo dinamismo»; stringatezza di un'aforisma che però riassume bene la carriera di Pietro Clemente, in arte il Turco, figura di spicco dell'underground romano.
«Forse so' cambiato io» confessa nell'outro di "Che te devo dì" e forse è proprio così. Dal 2006, anno del suo ultimo disco solista, è facile immaginare che di cose, nella vita di Pietro, ne sian successe. Il rap del Turco, però, ha mantenuto la cifra stilistica che da sempre lo contraddistingue: slow-flow, incastri metrici fittissimi, la consapevolezza di fare rap in Italia, di fare "musica seria". In poco più di una mezz'ora, il nostro dà un quadro convincente della realtà che vive, fatta di difficoltà, lavoro, impegno e del background culturale all'interno del quale si muove ogni giorno: Pasolini, Caligari, Taxi Driver, Django, Billy Bob Thornton sono solo alcuni dei riferimenti cinematografici che, in maniera più o meno diretta, vengono citati. Questi restituiscono in maniera fedele l'identikit di una certa generazione: quella a cui appartiene il rapper e quella a cui si rivolge continuamente. Non c'è nessun abbassamento del target, nessun compromesso e, questo sì, molta autoironia: quello che pare "Pippo Baudo rifatto" a 39 anni, con 20 anni di carriera sul groppone, si chiede: «che te devo dì? Ma che te devo dì?» mentre rappa della quotidianità; della gioia che gli procura il suo lavoro; dei tempi del Rome Zoo; una serie di immagini che ben rappresentano l'intero disco. Il suono classico, prodotto per buona metà da Mr. Phil, si sposa bene al flow del romano e degli ospiti. Nessuno sguardo alle mode, è così che il Turco vuole suonare.
Per concludere, quello che il rapper capitolino ci presenta è un disco rap (non trap, non grime, proprio rap, solo rap) dalla scrittura matura e un suono che, seppur non freschissimo, gli calza addosso perfettamente.
---
La recensione Rap'Autore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-28 00:00:00
COMMENTI