La semplice, poco coraggiosa, ma pur sempre accattivante, convivenza tra elettronica ritmata e chitarre atmosferiche.
Dopo appena due anni di rodaggio arriva il tanto sospirato ep d’esordio anche per questo combo barlettano, il quale pone al centro del proprio progetto musicale la semplicissima, ma pur sempre accattivante, convivenza tra elettronica ritmata e chitarre atmosferiche.
La prima impressione d’ascolto parrebbe consegnarci una sorta di sbiadita versione tascabile dei 65daysofstatic, laddove l’alternanza di chiaroscuri sonori viene semplicemente accennata ma senza la minima traccia di quella ragionieristica esplosività che ha reso grande la band di Sheffield; poi, dopo ascolti ripetuti, prende sempre più corpo la dimensione piaciona e meno concettuale del lavoro (“Morning daydream” potrebbe fare la sua porca figura nelle radio commerciali) sbilanciata verso certo pop-rock raffinato, più avvezzo all’intrattenimento che alla turbolenza immaginifica, e spazio-temporalmente posizionato tra Hurts, Underworld e Depeche Mode, con ben emulati delay à la U2 sulla 6 corde a fungere da collante scenografico.
A fine giro di giostra il quadro generale sembra assestarsi intorno a un piacevole coacervo di crepuscolarismo new wave, pop novantiano made in England e velate velleità post-rock, sulle quali, peraltro, andrebbero auspicabilmente investite le future energie, come del resto alcune suggestive aperture in “Cabin boy”, “Steady” e “Before your eyes” stanno già lì a ricordarci.
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La recensione IOTA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-26 00:00:00
COMMENTI (2)
Grazie Feny,
è senza dubbio la nostra preferita nel disco. C'è tutto ciò che ci rappresenta, è il miglior equilibrio tra le idee di tutti e quattro, tutto quello che volevamo racchiudere in IOTA e comunicare agli altri qui è reso al meglio...
Grazie per aver colpito nel segno!
Before your eyes è anche un pò Radiohead... e comunque, track fantastica.