Una band molto preparata a livello musicale, ma decisamente carente nei testi.
Partiamo dal presupposto che fosse stato un album strumentale "Murmure" si sarebbe aggiudicato un posto nella mia personalissima classifica tra le uscite grunge/stoner made in Italy del 2016.
Melodie azzeccatissime per il novanta per cento del disco, ma purtroppo i testi non sono all'altezza della parte musicale. Il comunicato stampa recita: “Il corpo scricchiola, sussurra, soffia e schiocca. Non ci facciamo caso, ma ci parla, e se lo ascoltiamo possiamo imparare cose nuove” . Da qui il titolo del disco "Murmure": una parola latina che in medicina definisce il suono dei polmoni mentre respirano. Le nove tracce che si sentono sul disco corrispondono a nove voci del corpo che hanno ispirato i Tre Chiodi nella stesura di altrettante storie. L'idea è bella (anche se già sviluppata neanche troppi anni fa nell'incredibile "Lezioni di anatomia" dei milanesi Albedo) peccato che alla fine il risultato manchi di spessore. Per fare un esempio di come i testi siano poco organici e in alcuni passaggi addirittura criptici, basti leggere un estratto di "Trago", inutilmente appesantito da inserti ai limiti della volgarità: "L'altruismo non è che fame: fame vestita di rose. Senza di me tu non sapresti neppure trovarti il buco del culo e tantomeno mantenerlo in uno stato dignitoso" o quello di "Cuore": "Infilo le mani tra le ginocchia a cercare qualcosa che non va, infilo le dita tra i piedi e sento la barca ferita, ferita, ferita".
Musicalmente parlando invece l'album è efficace, in bilico tra grunge/stoner, come si diceva all'inizio, e del buon noise. Le melodie sono tese ed efficaci e in netto contrasto con la voce di Enrico che è aliena a questo genere e alle melodie stesse. Ma questa è una scelta stilistica che col tempo potrebbe diventare un punto di forza.
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La recensione Murmure di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-01-19 00:00:00
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