Poche idee e un approccio sbagliato all'old-school
Junkyard Cowboy è un musicista emiliano che trae ispirazione per le proprie canzoni nelle radici folk americane e irlandesi, da ciò che di più primordiale si può percepire da quella musica e, senza strafare ne ha unito i punti cardine per realizzare il suo primo ep dal titolo "Fetish blues".
Intenzionalmente un buon progetto, questo trenino di 6 tracce rimane però un po' incompiuto, probabilmente per l'eccessiva mimalità della produzione. Nella breve scaletta di "Fetish Blues" ci sono buone idee sviluppate male, o poco, ad esempio "Kill me today" ha una fiammata di creatività nel vocoder usato per una piccola parte di strofa, ma l'intuizione non ha il seguito che meriterebbe, anzi si spegne in un brano banale nella sua totalità, dalla ritmica neutra e il ritornello pop.
"Vodka e valium" e "If you love me don't walk barefoot" vivono di un suono identico e un cantato non precisissimo, cosa che a volte può risultare anche punk, ma qui i fraseggi sono quelli dell'old-style blues e la mezza stonatura rimane tale e basta. La scelta di suonare un diddley bow risulta inoltre poco sensata, una chitarra avebbe forse reso più armonie e completato da sola qualche arrangiamento.
Imbarazzante l'ultima traccia dal vivo, una "I Got The Blues" suonata male e cantata malissimo e registrata peggio.
Le 2 ballade centrali dell'ep ("Ruh" e "Dirty Old Town") hanno una buona intensità e sono più classiche, cosa che non è mai un delitto nel mondo blues, chitarra, voce ed armonica sono forse tutto il feticismo di cui Junkyard Cowboy ha bisogno.
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La recensione Fetish Blues Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-16 00:00:00
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