L'ansia del vivere al giorno d'oggi
Il Conte Biagio è proprio così, così come lo si vede immortalo in una foto pubblicata sul suo profilo Instagram. Una sinestesia in termini, dove ad una faccia impassibile (e va detto un pochettino triste e malinconica) si accompagna una maglietta-logo piuttosto buffa: un viso come tanti, con occhiali tondi e papillon, come un disegno di un bambino che si sente solo, s'annoia e scarabocchia sopra un quaderno un amico immaginario. E di amici immaginari, periodi ipotetici e tempi sospesi si parla (e si canta) in questo "La mia depressione" (titolo quanto mai programmatico).
Già in "Buongiorno", la prima traccia, questo universo leggero e al contempo pesante, solare ma uggioso, si respira a pieni polmoni. Tutto questo viene confermato anche dal terzo pezzo, "Foto profilo" in cui si tratta da una visuale del tutto inedita l'ansia da social-network.
Non un album epocale questo "La mia depressione" ma un album piccino picciò di cui però non c'è troppo da lamentarsi, dato che lo spirito del disco, un po' naif un po' guascone, è proprio questo. "Walzer", l'ultima canzone, però è uno struggente "ritratto d'artista" di cosa significhi vivere, faticosamente, al giorno d'oggi. "Mi concede/ questo ballo/che da quando fa figo/ mi piace farlo": ecco la formula della modernità, una manciata di gusto agée e tanta, forse troppa, voglia di non prendersi mai sul serio.
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La recensione La mia depressione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-06 00:00:00
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