Il Silenzio nelle Mani pubblica l’ep “In cinque stretti in un furgone”, un vero concentrato emotivo e collirio per il cuore. Un percorso da rivivere, una storia di sogni vissuti alla ricerca di “che disegno sei”.
Una sera ti siedi al tavolino e sorseggi il tuo amaro per pensare e “in un bicchiere trovare le risposte che ci fanno star bene, perchè anche se fanno finta di niente le unghie in silenzio crescono ed una carezza diventa un graffio”. Sembra un malinconico quadro di Lautrec.
Il tempo passa e ti dà le risposte di cui non avresti voluto aver bisogno. "Padre" quel che temevamo si è realizzato. La notte ed il buio ti colgono a sorpresa in un giorno normale, basta un soffio di vento contrario. La sedia accanto a te ora è vuota, ma è sempre occupata: ci sono seduti i ricordi.
L’invito è raccogliere gli attimi passati di un tempo migliore. Il treno della mente retrocede verso destinazioni già raggiunte, verso attimi già vissuti, verso persone già conosciute, così fino all’inizio. Fino a quando tutto era ancora da scoprire e allora ancora, ti rimaneva solo da immaginare. Ora invece ti fanno compagnia interrogativi su quel tempo felice che non è diventato il tuo presente. Lei non è rimasta per scoprire “Che disegno sei” e i colori cangianti di quell’opera d’arte che volevate realizzare assieme hanno virato su toni cupi.
Sviluppi il rullino della tua mente di fronte ai tuoi occhi e realizzi che siamo solo “Particelle elementari”. Particelle solitarie che sbandano nell’immensità della notte. Questo è un mondo complesso che non dà giustificazioni, un mondo di per sé rotondo, ma troppo spesso, tradendosi ai tuoi occhi, piatto e vuoto. Allora davanti all’abnegazione dovremmo seguire le "Rotte migratorie" degli uccelli. Sollevarci sopra l’esistenza per ritrovarne il senso più intimo e respirare il profumo del suolo tornando a stupirci come dei bambini di fronte all’autentico.
Tutto scorre fin troppo veloce, Pánta rêi fa passare i problemi o gli attimi di felicità? Tu resti indietro "Come dietro un vetro" ad osservare la solita routine giornaliera, dove persino delle stelle hai perso il conto. Non vuoi più contarle, ti hanno tradito anche loro.
Questo ep è un vero afflato di poesia che si muove tra sonorità acustiche ed elettroniche. Cinque brani “stretti in un furgone” che viaggiano e raccontano una sensibilità fuori dall’ordinario, invitando, attraverso i ricordi di un tempo che fu, a vivere ogni attimo come una possibilità unica per la tua esistenza. Non c’è tempo da perdere, ma abbiamo tutto il tempo per “vincere”.
L’orologio è la prigione del tempo. Possiamo viverlo senza sprecarlo solo viaggiando leggeri verso il mare. Un minuto può diventare un'ora e un'ora un minuto.
L’ep si rivela dunque come un progetto davvero ben riuscito sul piano autoriale e musicale, offrendo note commoventi e parole suggestive e mature. “In cinque stretti in un furgone” è l’armonia di musica e parole, unite ad una voce calda capace di restituirti ciò che il tempo ti ha regalato e credevi di aver perso.
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