DulcamaraINDIANA2016 - Folk

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Il cantautorato incontra il folk per un viaggio in un'America mitica, onirica e affascinante

“Oggi andrei solo all'aeroporto a vedere gente che parte e non torna mai”. Di quei giorni così, di quelle vite passate a sentirsi sempre stranieri in terra straniera, a stare bene più alla partenza e lungo il tragitto che all'arrivo, quando è già tempo di ripartire, sentirsi a casa solo fuori casa, in un terminal o al bancone di un bar con un libro di Jack London. Di quei sogni di strade, polvere, incontri, frontiere, città sconosciute, cullati dall'epico romanticismo del folk, dagli echi del west, da spezie mariachi che movimentano il cammino.
Di quei cammini tortuosi alla ricerca di sé, di una storia, di radici, a cavallo di suoni e strumenti che mischiano racconti e culture, di armoniche e mandolini, di voci di cantautori italiani e romanzi di autori americani. Come dei Calexico persi nella bassa padana, Mattia Zani e sodali ci portano dentro paesaggi spettrali, vividi, scuri, luminosi, paesaggi geografici e geografie mentali, dentro quel flusso di solitudini, incontri, partenze, ritorni, domande, luci che cambiano, rituali, luoghi del mondo che diventano luoghi dell'anima, quel viaggio dentro e fuori che è la vita. E alla fine “usciamo a riveder le stelle” e non sappiamo dire dove ci troviamo, e va benissimo così.

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La recensione INDIANA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-23 10:00:00

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