Un album che serve a rinverdire il brand ma lontano anni luce da qualcosa che si possa definire artisticamente valido.
Scrivere che provi imbarazzo nel recensire questo decimo disco di inediti dei Litfiba (considerando la sola formazione a base Pelù/Renzulli) va oltre l'eufemismo. Ma il fatto di subire la pena per l'ascolto ripetuto dipende solo ed esclusivamente dal sottoscritto che, a causa di mai sopiti amori di gioventù, fa prevalere la curiosità sull'indifferenza. Copione identico successe all'epoca di "Grande nazione", l'album del 2012 che sanciva la seconda fase del sodalizio artistico della coppia storica.
Oggi come allora si rimane esterefatti dalla pochezza di idee che anima questa nuova fase del progetto. Non che mi aspettassi rivoluzioni dal punto di vista della formula, ma neppure un livello talmente basso da rendere la parola mediocrità un complimento. Perché va bene tutto: dall'atteggiamento sempre in bilico tra il barricadero e il combat (tanto nei testi quanto negli arrangiamenti), al tipico cantato di Pelù spinto all'ennesima potenza. Peccato, però, che i due possano spendere solo il "brand", non avendo la benché minima idea di cosa metterci dentro le canzoni, oltre alla sola forma. Perché il canovaccio continua ad essere il solito: prima un'apertura muscolosa affidata a "Dio del tuono" ("Siamo nati nel rombo del tuono siamo i cavalieri di quel suono / figli dello spirito animale nati con un urlo di dolore / uoh oh oh"), poi la canzone che celebra l'eroina in lotta contro la mafia ("Maria coraggio ci crede e ci prova a lottare i fantasmi a lottare la piovra / rompe la gabbia maria è una guerriera"), poi quella che incita a resistere a oltranza ("Oltre la notte oltre queste porte / oltre la paura c’è lotta e fortuna / oltre le sbarre oltre tutti i muri / oltre la frontiera c’è un’altra primavera / oltre l’amore c’è rivoluzione / oltre a un assaggio ci vuole il coraggio"), poi quella che celebra i non allineati ("Siamo il mostro che avete creato la canaglia che presenta il conto / siamo i gatti maleducati che ti tirano fuori le unghie / siamo santi di periferia noi siamo gatti maleducati / siamo santi come i ramones gatti ineducati")... e così via per quei 4/5 temi su cui la band ha costruito negli anni la propria fortuna.
La stessa title-track non racconta nulla di nuovo, nonostante il titolo possa far pensare a chissà quali novità ("Eutòpia è l’isola che c’è per chi la cerca e non si arrende mai / dal polo nord al polo sud la puoi creare ovunque tu vorrai"). Insomma, è inutile girarci intorno: questo è un album che rispecchia per filo e per segno il DNA della formazione, e proprio per questo nulla aggiunge alla storia dei Litfiba.
Serve tutt'al più a rinverdire il brand, operazione legittima ma lontana anni luce da qualcosa che si possa definire artisticamente valido.
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La recensione Eutòpia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-11-21 00:00:00
COMMENTI (23)
Io vorrei capire una cosa da questo signore che ha scritto la recensione. Se i Litfiba pensano di fare un genere nuovo non sono piu i Litfiba(vedi ai tempi di Infinito) se ripercorrono i suoni più o meno vecchi non aggiungono nulla....booh. Un po di coerenza magari??
secondo me è giusta la recensione. Non aggiungono null'altro a quanto abbondantemente raccontato in questi ultimi anni.
I Litfiba erano un'altra cosa , le liriche cambiano , ma i Litfiba degli anni 80 erano pura poesia. Ci sono cresciuto con Piero e Ghigo, col grande Gianni Maroccolo , ho conosciuto canzoni bellissime, pittori come Brassai e fotografi come Irving Penn, perchè oltre che musica i Litfiba portavano quintali di cultura.
Dispiace dirlo ma l'ultima grande strofa di pura poesia e rock si ferma a molti anni fa e puurtroppo in "Elettrica" l 'avevamo quasi sfiorata .....
"con le formule tipiche di un'arte antica tu, come Salomè, baci la mia testa andata".....
mi avevano fatto battere di nuovo il cuore... oggi è di nuovo freddo.
Argomento più stupido non sei riuscito a trovarlo Andrea Faraone? Perché tu conosci Faustiko Murizzi per dare patenti di successo e insuccesso nella vita? Ma scrivi di musica se ne sei capace invece di sputare frasi fatte
L'insucesso nella vita determina sempre frustrazione come nella recensione potevi crederci di più.....
Recensione ottima.
Non ve la prendete a male, ho idolatrato da 15enne sia Litfiba anni 80 che i successivi, e ascolto tutt'ora entrambi, non in ugual misura. Mai, però, posso negare che negli anni 80 hanno rischiato, alzato l'asticella, sperimentato e innovato.
Dopo No.
La formula della canzone con ritornello e rif è stata ed è tutt'ora usata perchè non hanno più niente da dire. Per alcuni sarebbe meglio tacere, per altri no perché ci sono i Fans che, per definizione, cercano conferme senza sbattimenti.
La differenza ulteriore è che, negli ultimi due/tre album, i testi... davvero imbatazzanti.
Almeno quando si recita la parte dell'esperto musicale e si cita un gruppo, controllate su Wikipedia come si chiamano. Un gruppo che peraltro ha fatto un singolo, Live facevano ridere (a milano le comiche) e sono subito scomparsi. Liberi voi di dire che la tetralogia sia valida così come è libero il recensore di scrivere che Eutopia sia un disco imbarazzante. Su ragazzi, prendetevi meno sul serio
Non ho ascoltato l' album. Mi da fastidio quasi carnale chi taglia i litfiba in due: prima e dopo 3. Enorme sciocchezza. La trilogia del potere aveva dietro un mondo anni 80 al quale il gruppo ha chiaramente attinto. I testi erano più votati al lirismo, gli arrangiamenti alla new wave. Siccome erano ( e restano) album di nicchia tutto ciò appaga l' ego di chi vuole apparire vero intenditore di musica raffinata. Solo che dopo " pioggia di luce" è arrivata " il vento" e dopo " il vento" "il volo" e dopo il volo " fata morgana" e dopo "animale di zona". Ballate stupende e testi ugualmente poetici. Dopo 3 il gruppo ha virato verso il rock. El Diablo - senza se d senza ma - è il più importante è bel disco di med/rock di sempre, tanto da influenzare band straniere ( in quegli anni qualcuno ricorda gli heroes del silentio).
Nella musica italiana è un unicum irripetibile. È talmente bello e lineare nelle linee armoniche che piace moltissimo anche ai bambini ! Terremoto / spirito e mondi sommersi poi sono album ugualmente piacevoli e hanno dettato in Italia la linea di un rock non cantautore, che solo loro fino ad oggi sanno fare.
@Fabrizio Zanoni " I Litfiba, quelli veri, ci hanno lasciato con Litfiba 3."
Beh, la tua frase non è meno intrisa di retorica dei testi dei Litfiba... Dite tutti la stessa frase ;) Eh sì, perché album come El Diablo, Terremoto o Spirito non sono degni... Ah no, giusto, "sono tamarri". Perché per l'alternativo deve essere tutto "minimal"... Io amo i Litfiba anni '80 come quelli anni '90; mi piacciono i testi ermetici anni '80 come quelli diretti degli anni '90. Riesco a passare dai Sepultura ai Joy Division. Il problema è che voi non avete apertura mentale; Per voi i Litfiba sono e rimangono quelli dei primi tre album e dopo sono morti.
Per quanto riguarda la "recensione", come già ho scritto, va bene criticare (visto che l'album non è perfetto, ci mancherebbe...), ma non in questo modo superficiale... E' evidente che il "recensore" abbia dato, con dei pregiudizi, un ascolto veloce e superfluo all'album...
Ma l'entourage dei Litfiba legge rockit e commenta? Perchè diversamente non si capisce tanta acrimonia nei confronti di un critico che giustamente fa un qualcosa a cui evidentemente non siete più abituati: critica. E di motivi per criticare questo disco dei litfiba ce ne sono a bizzeffe. Suoni scontati, testi intrisi di retorica, niente che meriti un commento che vada oltre la risata. I Litfiba, quelli veri, ci hanno lasciato con Litfiba 3. Da lì in avanti è stata una china discendente a tratti vertiginosa con punte imbarazzanti per artisti che furono grandi ed evidentemente non sono più da tempo immemore
A me imbarazzi tu Faustiko Murizzi, hai ascoltato il disco o no? Ho seri dubbi al riguardo.
Evidentemente a te piacciono le canzonette tipo g come giungla o un mondo migliore quella è la tua dimensione. Un consiglio: a volte è meglio stare zitti che parlare, si fa più bella figura.