Il fantomatico incontro tra passato e futuro che si concretizza nella solita e ormai abusata filastrocca del cantautore che adotta soluzioni elettroniche
Per quel che mi riguarda quest’album non ha problemi ma solo limiti, limiti che denotano una fondamentale mancanza di idee, un concetto ben differente dalle abilità. Abilità, intonazione, senso del ritmo tutte qualità che sicuramente non mancano a Giuseppe Brogna, cantautore salentino diplomatosi in “Composizione Pop” al CET il prestigioso istituto di Mogol, laureatosi in seguito al DAMS e persino vincitore di un contest musicale universitario a Bologna.
Fortunatamente la musica non è una scienza esatta e i riconoscimenti, per quanto importanti o significativi, non sono ancora sufficienti a determinare un giudizio artistico. Il concept sbandierato di quest’album è fondamentalmente la nostalgia, ma una nostalgia demiurgica che non si limita ad incatenarci al passato ma serve anche come bagaglio per la costruzione di un futuro migliore. Questa vena nostalgica si evince chiaramente nei testi ma non limita la sua influenza alla parole, bensì si trasforma in vera e propria aspirazione tecnica. Fino a qui tutto bene, se non fosse che questo fantomatico incontro tra passato e futuro si concretizza nella solita e ormai abusata filastrocca del cantautore che adotta le soluzioni elettroniche. Se dovessimo riassumere "Ricordi" in una sola frase lo racconteremmo come una mezza dozzina di canzoni malinconiche col finale distorto come nei migliori pezzi dei Cani, sostanzialmente qualcosa di molto simile a Raf e Mango che incontrano un sintetizzatore e la drum machine.
Il diploma all’istituto di Mogol in un ambito come quello della canzone pop italiana è a tutti gli effetti definibile come formazione classica, Giuseppe Brogna non ha però saputo riadattare questi vecchi stilemi a un linguaggio che potesse risultare attuale. I testi rimangono sterili, appiattiti da un’elementarità quasi irritante che non è neanche lontanamente comparabile a quella semplicità funzionale ed espressiva di autori come Dente. La distinzione tra abilità e talento già ai tempi dei greci era stata teorizzata all’interno del parallelismo tra mimesis e poiesis e Giuseppe Brogna ben esemplifica questa situazione. Un consiglio che un autore laureatosi con una tesi sulla filosofia dell’estetica musicale sarà sicuramente in grado di cogliere alla perfezione per riuscire a proporre qualcosa di migliore già dal prossimo album.
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La recensione Ricordi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-03-08 00:00:00
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