Se non conoscessimo la militanza dei Baseball Gregg per l'etichetta discografica La Barberia Records, potremmo considerare i due musicisti del progetto tra quella schiera di artisti lanciati sapientemente dalla label francese Kitsuné.
“Purgatory’s Pleasant” è il brano perfetto in questo senso, grazie a degli accenni twee-pop fondati da un approccio genuino di easy listening delicato e accattivante, degno delle produzioni del genere ferme ai metà 2000. Uno stato d'animo di evanescenza e leggerezza che prosegue in “Food ins Gross”, ispirata da strascichi di ritmica anni ‘60, secondo uno stile preciso di indie-pop, incrementando, rispetto al brano d'esordio, quella dose onnipresente di hipsterismo come diretto discendente del mondo indie, da sempre avverso alle forme più classiche delle produzioni mainstream. Esemplare è l’intermezzo del brano tanto lontano dai soliti special conditi da riff e assoli di chitarra, quanto più vicino ai fraseggi morbidi d'apparente improvvisazione.
Nonostante alcune idee interessanti, è discutibile (al limite della parodia) la deriva che invece colpisce la traccia “Restless”. Le forzature adottate nel brano finiscono con proporre con una certa staticità e una ripetizione di un canovaccio gravato da una minore incisività, dove le voci quasi impercettibili si affievoliscono, creando uno strano effetto che ricorda, meno che per la peculiare carica erotica, il cantato-non cantato di Jane Birkin (o Kahimi Karie), lasciando spazio alla frivolezza dei synth. Così il disco resta talvolta vittima delle stesse idee del gruppo bolognese-californiano, che al contrario sa accompagnare con una naturale ricercatezza una velata vena di malinconia contrapposta all'ariosità degli arrangiamenti alle equalizzazioni lo-fi delle drum machine.
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