Un disco che necessita del giusto numero di ascolti prima di venir apprezzato come merita.
In filosofia, un assioma è un principio certo per immediata evidenza e costituente la base per ulteriore ricerca; nella logica kantiana, per esempio, assiomi dell’intuizione sono quei giudizî a priori, di evidenza immediata, che risultano dall’intuizione pura del tempo e dello spazio.
Ecco, l'assioma di oggi è il seguente: Tedua va a tempo. Diciamolo qui, adesso e per sempre, così che magari possiamo concentrarci anche sul resto di quanto c'è da dire ed evitare di: alimentare inutili querelle; trascurare quanto il ragazzo ha da offrire.
In più di 20 brani (forse troppi visti i tempi che corrono ma che ben permettono di approfondire quella che coraggiosamente si può definire "poetica"), il ragazzo di Cogoleto passa dal descrivere se stesso nell'intro («Sono dannosamente dannatamente lunatico / Per fortuna lei mi trova sempre simpatico / Apprezzo i gesti ed i buoni consigli / Anche se parli dopo un poco mi pongo dei dubbi») passando per scene di violenza urbana («A due passi dal blocco, a fuoco le pattuglie») e storie del quartiere. Il tramite è, sempre e comunque, una visione personalissima, un flow caratteristico e una scrittura che mostra le giuste potenzialità.
Quanto già dettoci da Demo, fondatore dello studio Ostile, qui viene confermato: i liguri non hanno paranoie quando si tratta di sound. Dalle sonorità più attuali della prima metà del tape passando per il suono più classico dei vecchi brani, Tedua conferma quanto già detto e crea, ancora una volta, aspettative e curiosità sulle prossime uscite. Nel frattempo, il gusto per i beat e l'intuito per i ritornelli lasciano cantare e ballare tutti; le strofe convincono il giusto e fanno ben sperare per il futuro.
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La recensione Orange County di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-19 00:00:00
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