Tante idee, spesso confuse, che non riescono mai a trovare una forma compiuta
Il nuovo album di Saffir Garland, "L'ira dei buoni", inizia con una specie di jingle proveniente direttamente dal mondo di 2XL, un robottino giocattolo molto diffuso nei primi anni '90. Quindi il principio è buono e chiaro, si comprende immediatamente la nuova direzione intrapresa da Gilberto Ongaro. Infatti il cantautore, sotto la supervisione del produttore Alberto Nemo, ha, almeno momentaneamente, accantonato le sonorità progressive e più sperimentali del disco precedente, "Le regole sono cambiate" (molto fascinose ma poco più che abbozzate), per abbracciare uno stile più elettronico.
Eppure i problemi permangono, anzi forse s'aggravano ancora maggiormente rispetto al primo album. Se in "Le regole sono cambiate", nonostante non si desse l'impressione di una cura proprio certosina dei particolari, c'erano tante idee molto interessanti, magari poco più che semplici spunti, ma spunti tuttavia da coltivare e da sviluppare.
Ahinoi, nonostante un avvio positivo (la nota-vintage del jiingle robotico anni '90 è sempre cosa buona e giusta) Saffir Garland questa volta, letteralmente, si perde in un una marea di riferimenti incrociati, senza mai trovare una propria strada maestra, una propria via interpretativa. Ad esempio la terza canzone, "Il leggerisimo", sviluppa delle tematiche non banali, una sorta di interpretazione in chiave semi-seria dei tempi moderni. Eppure il cantautore non porta a compimento il ragionamento, rimamendo intrappolato nel citare, forse addirittura incosciamente, i propri modelli, da Franco Battiato agli Elio e le Storie Tese.
Insomma un lavoro che se da un lato, come del resto il precedente (ma meno del precedente), lascia spazia a qualche spiraglio di luce, dall'altro ha ancora troppi coni d'ombra dove, contrariamente a certi altri lavori, è meglio non sostare troppo: infatti invece di essere luoghi riparati ed accoglienti, sono spelonche buie ed umide. E si sa i reumatismi, a qualsiasi età, sono sempre una brutta gatta da pelare!
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La recensione L'ira dei buoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-12-30 00:00:00
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