Un disco non molto originale ma vitale e fortemente espressivo.
Il disco d’esordio degli El Paso ("2Days 24Hours", titolo che fa riferimento al tempo occorso alla band romana per la registrazione delle cinque tracce contenute nell’ep e che la dice lunga sul livello di accuratezza che contraddistingue i suoni del disco) appare duro e aggressivo, sospeso com’è tra sonorità grunge, garage, alternative garage, psychedelic post-rock. Il grunge fa parte del lascito musicale dei tardi anni '80 del secolo scorso. Una delle principali caratteristiche di questo genere nato e cresciuto negli Stati Uniti, consiste nell’aver concentrato, in un’unica esplosiva mescolanza, l'heavy metal, il punk rock e l'hard rock. Costituisce, per altri versi, una tendenza musicale ancora in auge diventata universale con il passare degli anni. Della longevità di questa tipologia musicale, peraltro, costituisce prova inoppugnabile la grande mole di gruppi attualmente in attività (che dal grunge attingono stile, sonorità, rabbia e in qualche caso anche stile di vita). Della band che recensiamo, d’altronde, conosciamo solo l’essenziale, in particolare che si è formata nel marzo 2016, che è composta da Gianni Trotta (voci e chitarre), Andrea Sperduti (batteria e voci) e Nando Amorese (Basso e voce), che proviene dalla capitale e che è essa stessa produttrice del proprio disco d’esordio. Disco che certamente non brilla per originalità, va detto, questo "2Days 24Hours", ma che in qualche modo si fa apprezzare per vitalità, forza espressiva e per la presenza di atmosfere variegate e non monocordi. Tra i brani, "W&M" vorrebbe rappresentare una ballata dai toni morbidi anche se il suono continua a essere graffiante, mentre "TV Talk Show Blues" sembra pagare il giusto tributo ai Cure di Robert Smith. Senza infamia e senza lode, "2Days 24Hours" può essere consigliato agli amanti di un genere che appare oggi fin troppo inflazionato.
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La recensione 2DAYS 24HOURS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-07 00:00:00
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