Tegu
Per Chiudere un Cerchio 2016 - Folk, Acustico, Punk rock

Per Chiudere un Cerchio

Dalla batteria al ruolo di cantante e autore: la naturale evoluzione di Tegu

Matteo Tegu voi lo avete già visto da qualche parte. Infatti si è esibito tantissimo in questi tre anni in lungo e in largo per l'Italia, dietro i tamburi per gruppi come Ronin, Above the Tree, Maria Antonietta, Mattia Coletti e Matteo Fiorino. E di questi gruppi, di queste molteplici strade battute, di polvere, di vento, di sudore e di palchi calcati è intriso questo "Per chiudere il cerchio". Un titolo in italiano per dieci canzoni cantate in inglese, con spirito acustico, attitudine punk e qualche (riuscito) scivolamento nell'alt-folk. Il mondo di Tegu, fondamentalmente un batterista nell'animo, è ritmico per sua stessa natura e riesce a donare a pezzi come "Fallin' Out", la seconda traccia, un sapore spiccatamente ballabile e dondolante, diverso da certi pezzi stantii di chi si vuole professare cantautore a tutti i costi ma poi, magari, non sa neppure tenere in mano una chitarra.

Tegu non realizza sicuramente l'album della vita, quello che ti fa fermare ai lati della carreggiata con le quattro frecce, rapito da troppo amore nell'ascolto. Eppure "Per chiudere il cerchio" è un buon disco sincero, da ascoltarsi quando si fuma in macchina, magari con un paesaggio collinare e marino al contempo sullo sfondo, ancora meglio se tra Jesi e Pesaro. Il suono del vento dell'Adriatico lo si sente, forte e chiaro, nel fischiettio di "My Car vs. The Flood", un pezzo intimo e delicato, come una prezza di fine aprile (da cui è stato tratto anche un video).

Anche i batteristi hanno un'anima e ce l'hanno pure fiorita: provate ad ascoltare "All my girls", l'ottava canzone, per capire che pure dietro i tamburi, lo strumento più possente e nerboruto che ci sia, vi possa essere tempo e spazi per momenti di calma, gesti gentili e animi leggeri. E gli arpeggi di "November Mornings", l'ultima canzone, quegli arpeggi di chitarra ci scortano dritto dritto nel cuore di un inverno dolce, di un inverno tanto adorabile che vorremmo che non passi mai e poi mai. 

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