OSAKA FLU KM183 2016 - Alternativo, Garage

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Un disco punk-pop dal piglio cantautorale, a cui mancano pochi accorgimenti per raggiungere la perfezione

OSAKA FLU è il nome di una band aretina che suona un punk-pop pienamente nei canoni del genere, piacevole e tecnicamente ineccepibile, che tira di boxe a tratti in attacco a tratti un po' troppo in difesa.

I brani in "KM183" sono un mix di aggressività quasi acerba, ma anche di ragionati arrangiamenti che equilibrano tutto livellando la potenza di fuoco, riducendola al minimo sindacale. La vena melodica che percorre "KM183", è croce e delizia per chi ascolta, "Apocalhipster" (pezzo sulla voglia di essere indie a tutti i costi) mette l'acquolina in bocca per il piglio riottoso sia del testo che delle ritmiche, poi "Camden" che le suona a chi lascia il proprio paese per finire a fare la vitaccia all'estero, smorza la tensione saltellando tipo Edoardo Bennato versione circense.

Quel lato cantautorale che macchia di tanto in tanto le dieci tracce del disco è un valore aggiunto se si abbina ad andamenti stoner come in "Propaganda", il contrasto che sfocia in originalità rimane in testa. Meno memorabili sono sicuramente le strofe di "Cappello Firmato Vintage A Righe Blu", che hanno sì le chitarre veloci sotto, ma non vanno a segno, come invece fanno in "La Sindrome Del Giovane Holden", la cui vena clashiana divide la poltrona con un cantato decisamente all'italiana anni '60.

"Molly", "Casa Lavoro e Minivan" e "Non è Colpa Del Maltempo" fanno uscire tutta la parte britannica del suono degli OSAKA FLU, il riferimento musicale agli Oasis è piuttosto chiaro, anche se i ragazzi di Arezzo ci mettono molto del loro giocando sull'effettistica (Bennato comunque ritorna ancora nel cantato).

"KM183" è un album pieno di contrasti, non sempre palesi, e spesso in musica i contrasti aiutano a rendere nuove le idee e la realizzazione delle stesse, a volte però accade anche che una sovrapposizione di melodia e aggressività finisce per annullare l'effetto magico del contrasto e rimangono solo intenzioni e freni a mano tirati. La musica degli OSAKA FLU è ben impastata e si coglie tutta l'abilità compositiva e tecnica della band, ogni tanto però, colorando le figure canzone si esce dai bordi col pennarello e si sbava un po', perdendo il fuoco del brano dal punto di vista interpretativo.

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La recensione KM183 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-05-15 00:00:00

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