La fusione, a freddo, di due anime differenti e discordanti in quattro pezzi dagli sviluppi interessanti
Uno volge la mente (e le orecchie) agli ottoni e ai fiati ed ecco emergere dalla memoria le atmosfere di raso&velluto di New Orleans oppure il sudore e la filosofia del sesso del più genuino funk. Se invece si pensa alle voci malinconiche e le chitarre che squarciano il grigio del cielo, il collegamento con la Glasgow piovosa e senza speranza dei The Jesus and Mary Chain è quasi d'obbligo. Bene gli Scogli di Zinco nel loro ep "Affiorano veloci e lenti come i ricordi" hanno tentato di fondere queste due filosofie in una sola, perseguendo cioè un sincretismo sonico di una certo coraggio. Occorre subito dire che in pezzi come "Irene" o "Senza gravità" non è che la fusione sia completa: la componente shoegaze e post-punk è sempre maggioritaria, e gli ottoni e i fiati servono soltanto come abbellimenti, proprio alla stregua dei pampini sul frontone di un tempio antico in un quadro del settecento più arcadico.
Tuttavia gli sviluppi per il gruppo di Macerata sono più che interessante, dato che la novità è bella grossa e se, come è il caso di "Le Serpi", la terza traccia (quella di gran lunga meglio condotta), queste direttive verranno sviluppate a dovere, si avrà una band assolutamente unica in Italia. Sia Glasgow o qualche altra capitale del Nord Europa la meta del loro ideale viaggio, la cosa che sarà davvero importante per gli Scogli di Zinco è quello di mettersi in marcia, con tutta la malinconia delle loro giovani anime, portandosi dietro le chitarre della loro adolescenza e gli ottoni della loro, ancora acerba, maturità.
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La recensione Affiorano veloci e lenti come i ricordi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-01 00:00:00
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