Il secondo album dei CRNG, quartetto fiorentino alternative rock, inizia con la canzone-manifesto “Qualcosa a cui credere”, una ballata che è una dichiarazione di intenti. Voce, chitarre, batteria e basso (più elettronica), con “Terra bruciata” e “Tarantola” il disco prende subito una svolta rock, per poi tornare alle atmosfere della ballad con “Colla”: qui il testo raggiunge uno dei picchi d'intensità del disco.
La tracklist continua con la “preghiere” di “Scarpe rotte” e “Scoraggiami”: entrambe contengono strofe quasi sussurrate e climax di suono nelle parti centrali. Le canzoni esprimono smarrimento, delusioni, ricerca di una direzione, inadeguatezza (“Inetto”) e sensazioni “autunnali”: nella sua semplicità acustica (con catarsi elettrica nella seconda parte), “Autunnale #2” è uno dei pezzi meglio riusciti, sia per l'orecchiabilità della melodia sia per la qualità dell'incisione.
Il brano di chiusura "Senza pelle" è una interessante sperimentazione nella direzione dell'elettronica, che aggiunge qualcosa in più all'identità del gruppo, un'originalità che potrebbe essere sviluppata in futuro.
In generale gli arrangiamenti sono ben fatti, la produzione è migliorabile e i testi sono da rifinire; la voce ha potenzialità, deve acquistare sicurezza. La band deve continuare nel percorso di presa di consapevolezza dei propri mezzi e poi... farli esplodere.
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