“Scienze della Maleducazione” è l’ultimo album degli Espana Circo Este, al secolo Marcelo (voce e chitarra), Jimmy (batteria, percussioni, voce), Ponz (basso e voce) e Matteo (fisarmonica e violino), fervente quartetto che si divide i natali tra Buenos Aires e Forlì, oramai consolidato da un'intensissima attività live e in studio e giunto al terzo lavoro discografico.
Dopo le aperture dei concerti di nomi del calibro di Manu Chao e Gogol Bordello, nomi che risultano fondamentali per lo stile e la produzione degli Espana Circo Este, con questo disco affermano però un loro stile proprio, già molto maturo e dai contorni ben definiti, che rende "Scienze della Maleducazione" un lavoro appassionato ed appassionante, a cavallo fra reggae allegro ma impegnato e la leggerezza di un sound fresco ma allo stesso tempo molto ricercato.
Si definiscono “tango – punk” ed effettivamente lo sono, anche se c’è per l'appunto una bella iniezione di reggae lungo le ottime dieci tracce di “Scienze della Maleducazione”, e tutto ciò rende di sicuro questo un disco di genere: in poche parole, o li si ama o li si odia. La band è fedele alla dichiarazione d'intenti stilistici a cui fin dagli esordi fa fede in modo convincente, e gioca bene tutte le carte di questo reggae punk indubbiamente suonato con maestria.
Gli Espana cantano il destino (o meglio, la “suerte”), l’amore, la rivoluzione e anche la religione, sempre con calibrata ironia come in “Santa Maria e “Cara Vaticana”. Il loro mood coinvolgente ed entusiasmante, porta a casa un disco ben fatto, ricco di trasporto ed energia.
La fruizione non è proprio onnivora, certo, e ai meno allenati del genere potrebbe risultare un velo di passatismo, ma “Scienze Della Maleducazione” è un disco per nulla banale, anche per quanto riguarda i testi, tutti molto evocativi ed originali.
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