Molester sMiles
Social Music 2016 - Rock, Jazz, Funk

Social Music

Sotto le stelle di Miles Davis: «I don’t like that word “Jazz”»

I Molester sMiles pubblicano il loro primo album, “Social Music”. Nome tutelare dell’intero progetto è Miles Davis, e più precisamente il suo periodo cosiddetto “elettrico” che va dalla metà degli anni ’60 alla fine degli anni ’70. Anni in cui Davis forza la sintassi musicale e la timbrica del jazz in una direzione di contaminazione con altri generi musicali come il rock e il funk, e che lo porterà negli anni ’80 a sperimentare ulteriormente in direzione più elettronica (farà, infatti, un uso massiccio di synth, di suoni campionati e di drum loop). “Miles Smiles”, “Nefertiti” e “Bitches Brew” e “On the Corner” sono gli l’album a cui i Molester sMiles guardano con maggiore attenzione, attratti proprio da quest’idea di apertura delle frontiere estetiche, atteggiamento ben sintetizzato dalle parole di Davis in un’intervista del 1982: «I don’t like that word “Jazz”. I think Social Music. Alla that social melodies out…in air… is not Jazz anymore. It’s Social Music».


I Molester sMiles sono Enrico Merlin (electric guitars, live electronics), Massimiliano Milesi (soprano sax, tenor sax), Achille Succi (alto sex, bass clarinet), Giancarlo Tossani (electric piano, keyboard, laptop), Giacomo Papetti (electric bass, live elctronics) e Filippo Sala (drums, percussion). L’album è indiscutibilmente suonato da ottimi musicisti, tuttavia per chi ha nelle orecchie i lavori di Davis il disco risulta un po’ già sentito, e l’ascoltatore non sempre comprende quale sia l’obiettivo musicale del gruppo. Di sicuro ci troviamo di fronte a brani che nella dimensione live sapranno dare quello che in un ascolto individuale viene meno. E forse, a pensarci bene, è proprio questa la loro idea di musica, di social music.

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