“Lo zoo di plastica” è il secondo album di I cortili d'infanzia. Tra brit pop e psichedelie, il cantautore compie una riflessione su se stesso e sul mondo.
I cortili d'infanzia, alias Fabrizio Ratti dei Born by chancE, giunge al suo secondo lavoro da solista. Nostalgico più che malinconico, "Lo zoo di plastica" si muove tra rock e dolci psichedelie che avvolgono la voce ovattata del cantautore lecchese. Una nuova frontiera del romanticismo, dal sapore british.
Sensibile ma non debole, a tratti cupo e a tratti allegro: "Lo zoo di plastica" è un calderone di emozioni e sentimenti. Una luce forte e abbagliante prima che cali la tenebra più completa. E viceversa, il buio che si ritira lentamente lasciando spazio ai raggi del sole. Fabrizio Ratti in questo disco racconta, con una vaga ironia, episodi e periodi oscuri e luminosi, rappresentando il movimento spezzato ma in qualche modo lineare della vita.
Dalla tristezza evocata dai tasti del pianoforte di "Buio" ai ritmi più scanzonati di "Vedere blu", dall'istrionica e più elettrica "Letargo" al pessimismo e i toni introspettivi di "Zoo": I cortili d'infanzia espone un'ampia visione di quel folle zoo ricco di specie animali che è la realtà che ognuno di noi vive.
Atmosfere crepuscolari, suoni delicati con una leggera patina di sporco sopra, la voce dell'artista di Lecco che ci raggiunge da una grande distanza, tra echi e un rock d'oltremanica: il cantautore costruisce piano piano una propria identità, nel frattempo parla di se stesso e di ciò che vede intorno a lui. Una riflessione all'interno di sé, ma anche fuori.
Intimo, sincero, dalle sonorità internazionali ma rigorosamente italiano. Una sorta di brit pop nebuloso e stranamente made in Italy.
Uno step in più per I cortili d'infanzia.
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La recensione LO ZOO DI PLASTICA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-02-01 00:00:00
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