Compilation MusicAlive#2 2004 - Crossover

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Una scena è questione di atteggiamento. Servono una manciata di gruppi - buoni o cattivi che siano, questo lo si tratta dopo - una serie di realtà discografiche e promozionali, un circuito di locali ed almeno un giornalista che metta i fiocchi ai pacchi. Il resto è retorica.

A Verona non solo c’è tutto questo, ma di più. Datevi un pizzicotto, stiamo parlando di un Assessorato alle Politiche Giovanili che foraggia con del sano denaro pubblico la pubblicazione della compilation in oggetto, per la seconda volta in due anni, accollandosi interamente tutti i costi: non è cosa da poco. Ecco quindi che “MusicAlive”, con il suo trasporto emotivo e vanitoso, si marchia del #2 e arriva nelle orecchie con una nuova ed accattivante grafica. Gratis, come sempre. Piena di musica, forse persino troppo.

70 minuti di compilation. Di tutto e di più. Una carrellata di 19 gruppi veronesi che nulla c’entrano, a livello di generi, l’uno con l’altro. Si arriva alla fine e quasi non ci si ricorda chi si è ascoltato nello specifico. Anche perché la metà dei gruppi qui inseriti sono francamente dimenticabili, e francamente non è sempre divertente scovare il bello dentro quintali di mediocrità. Chi aveva ascoltato la #1, datata 2003, si chiede dove siano finiti i pezzi di qualità di Kate e Lulù Elettrica, Mariposa, Lecrevisse… niente: o non sono presenti, o si sono sciolti gli autori. Ne rimane traccia negli arpeggi dolci dei John Mario e nelle svisate post-punk (ancora da demo) dei Bikini The Cat. Non sono male nemmeno i Kunkfunk, autori di un discreto jazz psichedelico, i Fourtunas, che allo space rock di stampo Votiva Lux hanno donato più levità, o il vetusto folk dei Rosillusa. Ma è decisamente troppo poco. E tutto affoga in un mare magnum di proposte tra cui l’immancabile nu-metal di gruppi quali i Corky, gli Aneurysm e i Mothercare - francamente noiosi -, nell’hard rock dei Dirty Dogz o nel root dei Bullfrog (ne abbiamo ancora bisogno?).

MusicAlive è forse la proposta più organizzata e compatta di promozione musicale locale in Italia, ma questa indubbia bravura non può esimere gli attivisti dal dovere morale della Qualità. Non si può inserire tutti solo perché ce n’è bisogno o perché si deve; non si può allontanarsi dalla bellezza delle canzoni per accontentare gli amici o per non farne infuriare altri; non si può e non si deve preferire la scena alla qualità. Il rischio, altrimenti, è quello della scenata. E tutti noi, compresi i bravi di MusicAlive, sanno che alla fine di tutto non è l’idea che fa un progetto, bensì il suo compimento. Un compimento che passa dalle canzoni, non dai cartelli delle etichette.

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La recensione MusicAlive#2 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-01-24 00:00:00

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