Mi è capitato di trovarmi faccia a faccia con Alessandro Ragazzo in occasione di una sua (brevissima) esibizione a Milano. Di lui mi ha colpita quello che invece ha infastidito altri avventori del locale: una faccia da ragazzino pulito, furbetto e anche carino, sicuro dietro quella sua chitarra; una sfacciataggine ostentata e fiera, che per me invece denota personalità e voglia di fare.
Mi ha raccontato che normalmente si esibisce utilizzando una loop machine per costruire i suoi pezzi, ma quella sera ha suonato dritto, voce e chitarra, così come adesso si propone in questo breve ep rilasciato in occasione del Natale.
Per quanto il suono di chitarra non sia particolarmente strutturato, dagli inserti percussivi, per esempio in "The man with the hat", si intuisce che Ragazzo è un bravo chitarrista sebbene ancora in divenire, quanto meno consapevole delle potenzialità dei suoi strumenti, che cerca di esplorare per una cornice a quello che invece è il suo punto forte, ovvero l'interpretazione. In questa versione così nuda, la voce non è sempre precisissima a livello di intonazione, ma il timbro pulito e giovane di Ragazzo è una vera delizia, e soprattutto capace di costruire delle melodie convincenti in cui l'imprecisione, il raschio ("Epilogue"), concorrono a dare credibilità e intensità.
Scrivere per chitarra e voce è uno dei mestieri più difficili di tutti, ed è ammirevole il coraggio di Ragazzo nel buttare fuori questi quattro pezzi che mostrano il lato più profondo, e per questo più scoperto, della sua sensibilità artistica. Ci aspettiamo grandi cose da questa faccia pulita, carina e furbetta.
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