Tanto citazionismo in un disco dai contorni sfumati, che restituisce delle belle pop song: tenete d'occhio Sofa King
È sotto l'influenza lo-fi e dei celebri riff blues rock dei Black Keys che dalla Liguria vengono rispolverati gli inconfondibili ammiccamenti vocali di Mark Bolan, indimenticato leader dei T-Rex, nella traccia glam di "So Young" e nei ritornelli più mersey beat di "Again".
Grazie ad una voce mai sovraesposta nel mix, SoFaKing non aggredisce in alcun modo l’ascolto, lasciandosi piuttosto guidare da una inconsueta leggerezza stilistica nell'esecuzione. Ne sono esempi molto riusciti prima "Riding a Puppet", dal taglio ruffiano anni '60 ripresi sia dai Black Lips che da Alex Turner in "Suck It and See", e poi dalla marcia ipnotica di “An Old Record”, caratterizzata da un timbro più maturo e sognante, che mostra un lato meno incisivo ma più profondo dell'album.
Lo spirito della british invasion si manifesta con atmosfere prepsichedeliche farcite dai cori alla Small Faces e dalla sofisticata sezione ritmica dei più recenti Electric Soft Parade nel pezzo “The Past Moon”. Il disco giunge al capolinea effettivo con la dolce languidità di "Lavagna Sleeps". La ballata dreampop, con tocchi shoegaze, è assorta nel sogno degli Slowdive e dai fraseggi di chitarra solista che a tratti offuscano l'arpeggio del pezzo, mentre l'introspezione vocale rievoca le take gilmouriane di More del 1969, valorizzando ulteriorimente un disco ben concepito e avvolto nella sua peculiarità sonora da una stasi perenne anche nei momenti più rock.
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La recensione SoFaKing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-04-12 09:00:00
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