David Lenci è forse un nome poco conosciuto, ma nel suo curriculum può vantare lavori come tecnico del suono per band quali Three Second Kiss, Uzeda e Shellac. I Red House Blues Revue nascono dalla collaborazione tra David e l'americano Sean Meadows, già chitarrista nei June of 44: un progetto nato nell'estate del 2001, giunto ora al secondo album ufficiale. Se si aggiunge la presenza di alcuni membri dei Laundrette (Marco Carlini, Massimo Barbera e Lucio Febo) e dei Gang (Fabio Verdini) è proprio il caso di parlare di un vero e proprio super-gruppo.
Lo stile dei RHBR viene distillato dalle varie influenze che ognuno dei membri porta con sé. Più che al post-rock, il brano di apertura mostra subito un'attitudine più vicina allo stoner e alla psichedelia. Anche il blues citato nel nome del gruppo non rimane solo sulla carta, ma si estrinseca attraverso fraseggi retrò che ogni tanto fanno capolino in ogni brano. Inutile dire che l'impronta dei June of 44 è molto forte, soprattutto nell'incedere ritmico ("Brooklyn #42") e negli inserti elettronici ("Anthroversight"). Il pezzo più efficace, secondo me, è anche quello che più di tutti ricorda la band americana, "Fallin' Star", con rimandi anche a certi Sonic Youth anni '90. L'album si chiude all'insegna della melodia e della leggerezza, con due semi-ballate tributano omaggio al lo-fi pop dei Pavement.
Il disco è nel complesso positivo e si fa ascoltare con piacere. Certo è anche vero che da gente di cotanta fama era forse lecito aspettarsi qualcosa in più, soprattutto in fatto di sperimentazione. In questo senso, la cover di "So Tired" dei Beatles, inserita come bonus-track, non depone certo a loro favore.
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La recensione Essential Ordinary Revolution di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-01-27 00:00:00
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